Stop a Sawiris, apertura di trattative con la Cassa depositi e prestiti sullo scorporo della rete, ricerca di condizioni migliorative sulle due offerte ricevute per TI Media. Queste le deliberazioni assunte dal consiglio di amministrazione di Telecom Italia ieri durante una riunione fiume di circa otto ore.
Nessuna sorpresa quindi sui tre temi caldi all’ordine del giorno, con esiti che erano in larga parte attesi, a cominciare dal ‘no’ all’offerta dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris (patron di Wind) che aveva proposto di investire in Telecom attraverso un aumento di capitale a prezzi di mercato, valore troppo basso per gli azionisti del gruppo che hanno in carico le azioni a prezzi ben superiori.
Sullo scorporo della rete (la decisione storica di cedere una parte dell’infrastruttura) il consiglio ha deciso di andare a vedere le carte della Cdp, dopo che anche negli ultimi giorni il presidente Franco Bassanini aveva reiterato la disponibilità a intervenire nel settore, definendo la Cassa come un naturale investitore di lungo termine. Il Cda ha quindi dato mandato al management di intavolare trattative per un’eventuale partecipazione della Cdp al capitale di una newco, a cui andrebbe la gestione della rete d’accesso. Anche se Telecom pare abbia fatto una scelta netta, l’operazione, secondo La Repubblica, resta in salita perchè sono tanti i nodi da sciogliere (ad esempio la differenza di valutazione dell’infrastruttura da 11 a 15 miliardi), e mancano gli ok di Ue e Agcom. Nessuna comunicazioni invece su Gvt, la rete in fibra ottica brasiliana che Vivendi ha deciso di cedere.
Sulla vendita di TI Media inoltre, dopo il vaglio di una sessantina di potenziali interlocutori, il Cda ha dovuto prendere atto che le offerte ricevute non sono soddisfacenti, e che quindi è necessario negoziare ancora per strappare “condizioni migliorative” e arrivare quindi a “offerte vincolanti definitive”. Le due sole offerte ricevute sarebbero quindi quelle di Clessidra-Equinox e di Cairo. La prima del fondo di private equity ha proposto l’acquisto di tutta la società compresi i multiplex digitali. La seconda di Cairo, che già gestisce la raccolta pubblicitaria per La7, richiede solamente le attività televisive che sono in forte perdita (si dice che l’emittente perda 9 milioni di euro al mese), nonostante i buoni ascolti. Telecom ha deciso di dare mandato al direttore finanziario Piergiorgio Peluso di andare avanti nella trattativa per negoziare delle condizioni migliori.
Il consiglio ha infine preso atto dell’avvio di un programma di aggiornamento complessivo del ‘compliance program’ del gruppo, con focus sul Codice etico e di condotta e sul modello organizzativo. Per il Codice etico il testo vigente verra’ integrato con alcuni interventi mirati ed entro il 2013 verrà completamente rivisitato. Il cda ha anche adottato una politica specifica come riferimento in materia di divieto di pratiche corruttive. Quanto ai principi di autodisciplina il cda ha abrogato il codice interno, avendo aderito al Codice di Borsa italiana, integrato da alcune regole riguardanti compiti e funzionamento degli organi della societa’.
Infine in merito alle indiscrezioni di stampa circolate ieri riguardanti un avvicendamento al vertice de La7, il presidente di Ti Media, Severino Salvemini, raggiunto da TMNews, ha seccamente smentito le notizie: «Il dottor Giovanni Stella, in totale accordo con l’azionista Telecom Italia, lascerà la carica di presidente di La7 alla fine dell’anno, a naturale chiusura di un percorso che lo ha visto protagonista del rilancio qualitativo della rete televisiva. La gestione operativa della Società sarà assicurata dal management di vertice del Gruppo TI Media, secondo i poteri stabiliti dagli organismi societari. In ogni caso, il CdA di TI Media del prossimo 13 dicembre assumerà le decisioni conseguenti».
Fonti: Ansa | TMNews | AGI | La Repubblica | Il Fatto Quotidiano