In Toscana il passaggio dall’analogico al digitale terrestre è andato meglio rispetto ad altre regioni, anche se fra mille difficoltà passate e presenti. E questo grazie all’impegno delle istituzioni locali e al lavoro delle emittenti televisive. Istituzioni che vogliono proseguire su questa strada e svolgere un ruolo fondamentale per il futuro di un settore in forte crisi.
È quanto è emerso dal convegno organizzato da Uncem Toscana, “Dopo un anno di tv digitale terrestre. La TV cambia gli scheRmi”, svoltosi l’altro ieri nell’Auditorium Sant’Apollonia, a Firenze, a cui hanno partecipato esponenti di Regione Toscana, Ministero dello Sviluppo Economico, Corecom, Raiway, Mediaset, Eurosatellite, dirigenti delle televisioni locali, sindaci ed amministratori. «La volontà è di andare avanti su tutti i fronti dello sviluppo del Digitale. È stato compiuto un importante passo avanti ma dobbiamo fare meglio, guardando a realtà che sono più evolute di noi come la vicina Emilia-Romagna. Che il digitale avrebbe creato problemi in più lo sapevamo ma adesso esiste a va utilizzato al meglio – ha detto in apertura dei lavori Ledo Gori, della Presidenza della Regione Toscana. Se in Toscana è stato fatto un buon lavoro il merito va soprattutto a Uncem Toscana, a Giurlani e ai suoi collaboratori».
E Giurlani ha rilanciato sottolineando a sua volta l’ottimo lavoro svolto di concerto alle emittenti locali, Ministero dello Sviluppo Economico e Comuni: «Con le tv abbiamo compiuto un percorso comune per ridurre al massimo i disagi per gli utenti. Essere riusciti a riaccendere quasi tutte le emittenti che esistevano prima è stato quasi un miracolo. Ci sono state e ci sono difficoltà economiche per investimenti anche pesanti ai quali sono state costrette le tv», ha detto Giurlani. Resta del lavoro da fare: «Sul fronte della copertura del segnale c’è ancora da fare molto. Stiamo studiando situazioni di realizzazione di infrastrutture che funzionano bene come quella emiliana. Serve soprattutto una legge regionale sull’editoria che metta ordine nel mercato televisivo ma anche in quello radiofonico e della carta stampata», ha continuato Giurlani.
«All’inizio, infatti, pensavamo di poter concludere le attività entro i sei mesi dallo switch-off – sottolinea ancora Giurlani – Il grosso del lavoro è stato fatto, ma non è ancora finito: abbiamo ricevuto migliaia di segnalazioni, abbiamo sviluppato decine di mappe dei problemi riscontrati e fatto avere le istanze, da parte dei Comuni, al Ministero dello Sviluppo Economico per ottenere le autorizzazioni necessarie a trasmettere». UNCEM ha anche stipulato un protocollo di intesa con il Corecom – conclude Giurlani – per localizzare i problemi di ricezione del servizio di televisione, di banda larga e di telefonia mobile, sulla base delle segnalazioni degli utenti e degli Enti locali».
Sulle difficoltà di copertura del segnale si è soffermato anche Claudio Dicolo del Ministero dello sviluppo Economico, mentre Sandro Vannini del Corecom ha ricordato dell’ente da lui presieduto per mettere insieme una mappatura delle criticità della copertura in Toscana con il supporto di UNCEM e Anci. Emittenti le cui difficoltà sono confermate dal calo di occupati alle loro dipendenze, passati da 370 nel 2010 ai 325 nel 2011, in ulteriore diminuzione nel 2012. La crisi ha lasciato i suo effetti anche in questo settore.
Aggregazione fra emittenti o per le tv locali sarà la fine
E’ un futuro pieno di incognite quello che aspetta le emittenti televisive locali: il timore fondato è quello di una loro drastica riduzione. Insomma, anche in Toscana, dalle attuali 39 emittenti esistenti, nei prossimi anni ci si potrebbe trovare con un numero assai ridotto. L’alternativa? Solo aggregazioni e intese fra più soggetti oggi concorrenti. È stata soprattutto la tavola rotonda fra ben nove rappresentanti di altrettante emittenti locali (Maurizio Salvi di Toscana TV-Tvr, Marco Talluri di Tele Iride, Miriam Falai di Antenna 5, Marco Martinelli di Sesta rete, Fabrizio Bocci di Rtv38, Luigi Bardelli di Tvl Pistoia, Fabio Daddi di Telegranducato, Angelo Marziali di Tv1 e Nicola Rossi di 50 canale) a dare la misura della difficoltà che sta vivendo tutto il sistema televisivo.
«In nessun altro Paese al mondo esiste la parcellizzazione che c’è in Italia. Quello che non siamo riusciti a fare noi come operatori lo farà il mercato». A lanciare il grido d’allarme, al termine del dibattito, Nicola Rossi di 50 tv: «Se non ragioniamo in termini di aggregazione moriremo quasi tutti – ha aggiunto Rossi – Ormai hanno difficoltà anche i grandi gruppi mentre i piccoli sono in agonia. Abbiamo l’ultima opportunità altrimenti è la fine». Tema affrontato anche da Marco Talluri di Tele Iride che ha parlato degli imprenditori dell’emittenza televisiva come “capitani coraggiosi che devono rivolgersi alle istituzioni senza spirito assistenzialista”. Insomma, una sfida aperta a tutti i protagonisti del settore che Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, ha subito fatto sua: «C’è una doppia questione – ha detto Giurlani -: una per le istituzioni, che come Uncem e come Regione dovremo subito raccogliere, che è la legge sull’editoria; va fatta subito e bene. E c’è una sfida per le tv, che devono sviluppare un “nuovo modello di televisione” e inseguire il sistema più adeguato per il loro futuro».
Fonte: Ufficio Stampa UNCEM Toscana