Si sblocca la rottamazione delle frequenze televisive che interferiscono con i paesi confinanti assegnate alle tv locali.
Dopo il via libera dell’Agcom, da ieri sul sito del Ministero dello Sviluppo sono state pubblicate le procedure per le domande di richiesta di indennizzo statale per le tv locali che libereranno volontariamente le 76 frequenze interferenti. Le 144 emittenti interessate potranno richiedere la rottamazione entro il primo dicembre. A disposizione ci sono 50 milioni e 826mila euro, rispetto ai venti iniziali.
«Da oggi parte concretamente il percorso di riforma dell’emittenza locale. – sottolinea Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni con un comunicato sul sito del Ministero – Non solo iniziamo a risolvere il problema delle interferenze con i Paesi confinanti per riportare l’Italia nella legittimità internazionale, ma siamo in grado di dare più certezze alle tv locali che intendono investire e crescere. Ringrazio Agcom che nell’ultimo consiglio ha dato la possibilità al Ministero di utilizzare maggiori risorse consentendo quindi di aumentare la capacità trasmissiva a disposizione delle emittenti locali». Lo sblocco dei finanziamenti e la novità dall’aumento delle frequenze tv in palio permetterà, tra alcune settimane, di varare i bandi per assegnare alle tv locali l’uso dei canali nazionali disponibili (Mux): uno per operatori di rete e l’altro per gli editori di contenuti.
Da mesi, scrive Marco Mele su Il Sole 24 Ore, è in corso un braccio di ferro tra Agcom e Ministero sulle frequenze da mettere in gara. L’Agcom, con la delibera 480 del 2014, non ha pianificato in tutte le regioni le frequenze disponibili. Il Ministero ha scritto all’Autorità avanzando alcuni quesiti che, in sostanza, tendevano a far aumentare il numero di frequenze da mettere a disposizione per il beauty contest degli operatori di rete. Fino alla lettera scritta dal presidente dell’Agcom, Marcello Cardani, a nome del Consiglio, nella quale il Ministero ha letto una dichiarazione di disponibilità dell’Autorità a far includere il diritto d’uso sulle frequenze disponibili in tutte le regioni.
L’Agcom, in realtà, ha scritto: abbiamo provato una metodologia alternativa che consente di andare nella direzione richiesta (dal Ministero), anche se potrebbero esserci interferenze. Se il Ministero vuole, vada avanti con tale metodologia, nonostante i nostri dubbi. Il Ministero andrà avanti, a quanto sembra. Anche se appare difficile che l’Agcom integri la sua delibera con altri diritti d’uso: questo potrebbe far nascere qualche contenzioso quando saranno assegnati i diritti d’uso sulle frequenze non inclusi nella revisione del Piano approvata dall’Agcom.
Fonte: Il Sole 24 Ore