Nell’attuale momento di fermo democratico, controllato da insospettabili saggi, torna di moda, ma non troppo, il tema asta frequenze tv. Sull’argomento scottante e in odore di conflitto di interessi è ritornato infatti il Fatto Quotidiano con un articolo di Loris Mazzetti di mercoledì scorso.
Il giornalista del quotidiano diretto da Antonio Padellaro ha affermato che anche in questi giorni di caos istituzionale-politico i berluscones tramano ancora per incentivare e favorire il business di famiglia: la televisione. Dalle ceneri delle vecchio consorzio DGTVi (che ha curato il passaggio alla tv digitale terrestre, composto da Mediaset, Rai, TI Media, FRT e Prima Tv), infatti, sta per nascere una nuova associazione formata dagli stessi (e soliti) principali operatori televisivi.
A presiedere il nuovo “cartello tv” (in sostituzione del dirigente Mediaset, Andrea Ambrogetti), sarà molto probabilmente Stefano Selli, già direttore della Federazione Radio e Tv (che raccoglie alcune associazioni di tv e radio nazionali, poche tv locali, e le reti di Mediaset, TI Media, Super Tennis, Eurosport, AB Channel), ma soprattutto già capo della segreteria tecnica dell’ex ministro Romani. Alla Rai, l’azienda pubblica ancora antagonista (e spesso alleata) all’impero del Biscione, verrà assegnato (secondo Mazzetti) un ruolo marginale.
Nel frattempo la contestatissima asta per le frequenze tv (ex beauty contest) rimane congelata in attesa dell‘approvazione dell’UE e soprattutto di governi e tempi migliori. Il giornalista del Fatto sostiene che si attende la nomina Roberto Sambuco (attuale Capo del dipartimento Comunicazioni) al nuovo Ministero delle Innovazioni, per condurre nuovamente la gara verso i lidi di Cologno Monzese.
Sambuco, in risposta alle critiche del Fatto, ha difeso apertamente l’operato del ministro Passera, autore come detto dell’asta onerosa delle frequenze. «Il beauty contest – (cioè il regalo dei canali tv a Mediaset e Rai progettato da Paolo Romani, ndr) – è stato indetto oltre due anni fa dall’Agcom, e non dal ministero dello Sviluppo economico – afferma Sambuco – per riassegnare le frequenze televisive aggiuntive derivanti dal passaggio dall’analogico al digitale terrestre».
«Il ministro Passera, però, con il Dipartimento Comunicazioni, ha modificato la gara a causa della crisi economica e della necessità di valorizzare le frequenze dal punto di vista economico e industriale. La crisi ha fatto scartare il beauty contest a favore di un’asta che permettesse allo Stato di valorizzare un bene scarso e strategico. C’è ormai concorrenza tra telefonia e tv nell’uso delle frequenze: la fame di banda larga mobile dovuta all’espansione dell‘uso del web tramite smartphone e tablet ha già comportato l’assegnazione delle frequenze 800 MHz agli operatori del mobile tramite un’asta che ha portato un incasso di 4 miliardi di euro. Entro pochi anni anche le frequenze 700 MHz oggi occupate dalle tv saranno assegnate alle telco».
«Cancellando il beauty contest – continua Sambuco – abbiamo creato le condizioni per liberare una parte della banda 700 MHz per le telco. Dal beauty contest abbiamo generato ben due aste: una per i canali tv, l’altra per le frequenze sulla banda 700 MHz alle telco che, con il beauty contest, non sarebbero state disponibili». Il ministero dello Sviluppo Economico, conclude il Capo dipartimento Comunicazioni, inoltre, non ha congelato la gara, ma starebbe attendendo che Agcom termini la stesura del regolamento. «Regolamento che, ci risulta, è in una fase avanzata ma il cui iter complesso non è terminato».
Fonte: Il Fatto Quotidiano