Sforbiciata del 5% sul canone Rai.
Con il decreto Irpef dello scorso giugno per la Rai era arrivata una sforbiciata di 150 milioni di euro, da colmare cedendo asset come Rai Way e coi tagli alle sedi regionali.
La legge di Stabilità varata mercoledì dal governo prevede invece dal 2015 un taglio del 5% sul canone. Una cifra che oggi, con i ricavi dell’abbonamento Rai che si aggirano intorno ai 1,7 miliardi l’anno, si può calcolare in circa 85 milioni di euro.
Diviene perciò strutturale il prelievo forzoso dall’imposta di possesso di un apparecchio televisivo imposto dal governo Renzi. Praticamente una risposta al direttore generale dell’azienda Luigi Gubitosi, che nei giorni scorsi spiegava: «Dobbiamo essere pronti se ci saranno cambiamenti da fare». E sottolineava che gli eventuali cambiamenti «bisogna farli subito perché siano in vigore entro il 1° gennaio», ossia in tempo utile per coprire il periodo in cui si paga il canone.
Nel frattempo l’esecutivo Renzi continua intanto a lavorare sulla riforma del canone Rai. Gli obiettivi annunciati sono quelli di ridurre la tassa e di proporzionarla in base alla capacità di spesa e al redditto delle famiglie, e insieme di abbattere l’evasione (al 27% in Italia contro una media del 9% in Europa).
I testi della manovra prevedono inoltre che nell’ambito della razionalizzazione degli enti la Rai possa cedere sul mercato sia attività immobiliari, anche «mediante cessione a fondi comuni di investimento immobiliare», sia quote di società partecipate. Quest’ultima formulazione, a differenza di quanto previsto dal provvedimento per il bonus di 80 euro, non limita il campo alla Rai Way ma lo estende alle quote di tutte le partecipate.
Fonti: MF | Il Secolo XIX