L’Europa difende ancora una volta gli anacronistici diritti del Copyright online, che invece avrebbero urgente bisogno di un’evoluzione “digitale”. La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che le emittenti televisive possono vietare la ritrasmissione via internet dei loro programmi da parte di un’altra società.
In una risposta pubblicata ieri, la Corte ha spiegato che la ritrasmissione “costituisce, a talune condizioni, una comunicazione al pubblico delle opere e deve essere in quanto tale autorizzata dal loro autore”. Secondo la Corte Ue, “il diritto dell’Unione è volto a instaurare un livello elevato di protezione a favore degli autori di opere, consentendo loro di ottenere un adeguato compenso per l’utilizzazione di queste ultime, in particolare in occasione di una comunicazione al pubblico. A tal fine, gli autori hanno un diritto esclusivo di autorizzare o di vietare qualsiasi comunicazione al pubblico delle loro opere”.
La Corte Ue è stata consultata dai magistrati britannici in rapporto al caso della società TVCatchup Ltd (“TVC”), che offre su Internet servizi di diffusione di programmi televisivi che consentono agli utenti di ricevere in diretta streaming flussi di programmi televisivi gratuiti. Varie televisioni commerciali britanniche hanno citato in giudizio la TVC dinanzi alla High Court of Justice (England & Wales) per violazione dei diritti d’autore tramite la diffusione che essa realizza via Internet, e pressochè in tempo reale, dei loro programmi.
Anche in Italia i colossi della tv si affannano a combattare la battaglia per preservare (invano) tutti i diritti dei contenuti televisivi dalla dilagante diffusione e condivisione sul Web. Ad esempio Rai e Mediaset hanno diverse volte citato in giudizio YouTube, la piattaforma di video-sharing di Google, per aver ritrasmesso senza autorizzazione programmi andati in onda sulle tv generaliste e non.
Fonte: AGI