Consumi tv: crescono gli ascolti differiti

In Italia c’è chi ha già decretato la fine della vecchia tv generalista, quella dei palinsesti fissi, dei programmi di una volta e della visione one shot di una trasmissione. Un declino (che non sarà così semplice e immediato nel Paese dei monopoli televisivi) che farà portare in auge la famosa “tv on demand” e il nuovo modo di fruizione differita della tv, spezzettato, su piattaforme e supporti differenti dal vecchio televisore, in cui vedo quello che voglio, quando voglio e dove voglio.

Claudio Plazzotta dalla colonne di ItaliaOggi ammette però che le esequie della televisione tradizionale sono certamente precoci, poiché il 65-70% dei telespettatori (circa sette milioni in media sulle 24 ore, e circa 19,5 milioni in prima serata), ancora nell’autunno 2012, è attratto ogni giorno dalle trasmissioni in palinsesto dei tre canali Rai, dei tre canali Mediaset, e di La7. La tv generalista, quindi, non è assolutamente morta, e resta centrale nell’offerta televisiva nazionale. Una élite socio-culturale, che magari comunica molto attraverso Twitter, invece, è già migrata verso dinamiche differenti di consumo.

Per esempio il popolo di Sky, quei 4,86 milioni di famiglie che stanno sperimentando in maniera organica il fenomeno degli ascolti differiti. Ad esempio, un film come Qualunquemente, trasmesso nel 2012 sui canali di Sky a pagamento e disponibile on demand, ha generato 1,16 milioni di ascolti nella visione live, che poi sono saliti a 2,13 mln (+83%) nei successivi sette giorni (repliche e fruizione on demand). L’edizione di X Factor appena conclusa offre dati ancor più interessanti: i primi episodi, quelli delle selezioni, del bootcamp e della home visit, che avevano circa 500- 550 mila spettatori live su Sky Uno, hanno goduto di un fortissimo impulso dalle repliche pay, da quelle in chiaro su Cielo, e dall’on-demand, con crescite ben oltre il 200% e ascolti differiti nei sette giorni attorno agli 1,7-1,8 milioni.

Quando poi si è entrati nel vivo, con le puntate dal Teatro della Luna, gli ascolti live sono aumentati, e quindi l’incremento percentuale nei sette giorni si è parzialmente attenuato: per esempio la prima puntata in teatro ha avuto 815 mila telespettatori live e 1,8 mln nei sette giorni successivi (+128%). Seconda puntata a 538 mila (1,6 mln nei 7 gg), terza a 630 mila (1,6 mln), quarta a 718 mila (1,6 mln), quinta a 845 mila (1,6 mln), sesta a 804 mila (1,8 mln), settima a 860 mila (1,8 mln) e, per concludere, le due finali, a 921 mila e 1 mln di ascolti live, per le quali non è ancora disponibile il dato sui sette giorni.

Gli appassionati di X Factor (pubblico giovane), quindi, sono alla fin fine 1,7-1,8 milioni di persone, che, tuttavia, non si concentrano nell’appuntamento live, ma si spalmano su sette giorni perché sanno che possono recuperare il programma perso in diretta grazie alle possibilità di ascolto differito offerte dai palinsesti e dalla tecnologia. Perciò il combinato effetto delle varie repliche porta, in media, a un raddoppio o a una triplicazione degli ascolti rispetto alla messa in onda live (senza tenere conto degli 1,2 milioni di clienti attivi su Sky Go, l’offerta tv su iPad che Auditel non monitora ancora). Un dato di cui tenere conto quando si pianifica la pubblicità e si studiano le dinamiche di consumo della nuova tv.

Fonte: ItaliaOggi

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