Riforma Rai, nuovo Cda con la Gasparri?

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Il governo Renzi arranca sulla Riforma Rai. Spunta un emendamento dell’esecutivo che rende possibile nominare il nuovo direttore generale anche con la famigerata Legge Gasparri, dandogli i poteri dell’ad.

Secondo fonti del quotidiano La Stampa, il nuovo cda della Rai potrebbe essere rinnovato quindi con la Gasparri. Il tempo stringe, il vecchio cda è scaduto da mesi,  e le opposizioni interne ed esterno alla maggioranza obbligano il governo a trovare nuovi compromessi. L’emendamento presentato in Senato non solo rende possibile rinnovare il cda con la Gasparri in attesa che entri in vigore la nuova normativa. Ma permette di assegnare in questo interregno al dg Rai gli stessi poteri sulle nomine previsti dalla riforma per la figura dell’amministratore delegato, compreso il potere di firma fino a 10 milioni di euro.

Nel caso in cui l’ostruzionismo impedisse di approvare in tempi brevi la riforma, la norma transitoria permettebbe di recuperare il rafforzamento dei poteri che è fondamentale per rilanciare la Rai. L’ad diventerebbe un capo azienda senza il bisogno di trattare con il cda su tutto. Ma la norma non risolve una possibile conflittualità, tra funzioni rafforzate e del dg e quelle del cda della Gasparri.

Tra le varie ipotesi che circolano, dalla fiducia alla Camera al decreto che recepisca il testo varato dal Senato, secondo Carlo Albertini de La Stampa, quella più accreditata è un ricorso alla Gasparri: il rinnovo del Cda con le attuali regole, per poi applicare in autunno, dopo il varo della riforma, la norma che assegna super poteri al direttore generale. E la nuova governance varrebbe solo a partire dal successivo rinnovo, cioè fra tre anni. E con la Gasparri anche i grillini avrebbero diritto a uno dei nove membri del cda.

Michele Anzaldi (Pd): «Questa storia dimostra che il parlamento arranca: nonostante le migliori intenzioni la legge si è arenata nel bicameralismo perfetto e trasformata in un provvedimento che ha vanificato i due principali cardini: via la politica dalla Rai e la figura dell’ad con grandi poteri». Nel frattempo la discussione in Senato sul disegno di legge della riforma è stata rinviata alla prossima settimana. Il termine per il voto finale resta venerdì 31 luglio.

Fonte: La Stampa

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