Rai: pressing Pd-Terzo Polo-Idv per riforma governance, niet del Pdl

La svolta per la Rai, chiesta da più parti, potrebbe essere vicina. Almeno è l’auspicio di Pd, Idv e Terzo polo che da mesi chiedono al premier Mario Monti di commissariare la Rai e dare un nuovo assetto al governo dell’emittente di Stato (con la possibile e ipotizzata nomina di Francesco Caio), con l’occasione della scadenza del consiglio d’amministrazione il 28 marzo.

Ma il Popolo della libertà continua a fare muro contro ogni ipotesi di modifica, anche oggi sono circolate ipotesi, che non passi dal Parlamento. Due giorni fa, Monti ha ricevuto il presidente della Rai Paolo Garimberti a Palazzo Chigi e ora nei partiti si attende una decisione a breve. Con il caso ancora aperto di Antonio Verro, membro del cda e di recente diventato deputato.

La legge Gasparri del 2004 stabilisce che il cda sia composto da nove membri – un numero che il governo Monti vorrebbe dimezzare per ridimensionare allo stesso tempo gli appetiti e i poteri partitici – e che, oltre a essere organo di amministrazione della società, svolga anche funzioni di controllo e di garanzia sul corretto adempimento delle finalità e degli obblighi del servizio pubblico radiotelevisivo. Il mandato dei membri del consiglio di amministrazione dura 3 anni ed è rinnovabile una sola volta. A norma di legge, i membri del cda devono essere “persone di riconosciuto prestigio e competenza professionale e di notoria indipendenza di comportamenti”, criteri che si sono saldati strettamente finora con l’indicazione politica. Sette sono eletti dalla commissione di Vigilanza Rai, sulla base di una non scritta ma sempre rispettata regola di indicazione delle forze politiche proporzionalmente al loro peso in parlamento.

Al ministero del Tesoro spetta indicare un proprio rappresentante e il presidente del Cda. La nomina del presidente diviene efficace dopo l’acquisizione del parere favorevole, espresso a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, della commissione di Vigilanza Rai. E’ sempre il Tesoro a nominare il direttore generale, con mandato di tre anni. Il meccanismo ha indicato dalla Gasparri ha raccolto in questi anni molte critiche, ma non è mai stato cambiato.

La novità del governo Monti potrebbe essere l’occasione per farlo, anche se il Pdl fa resistenza. «E’ arrivato il momento di voltare pagina: bisogna commissariare i dirigenti Rai», ha chiesto anche Antonio Di Pietro. Sulla stessa linea l’Udc. «Da tempo, ormai, chiediamo al governo di intervenire anche con un commissariamento», ha ricordato Enzo Carra, dopo le polemiche su Celentano. Il commissariamento della Rai è stato più volte invocato da Beppe Giulietti. «Il governo intervenga subito», ha chiesto anche ieri. Ma dal Pdl è arrivato anche oggi un avvertimento al governo a non intervenire sulla Rai. (AGI)

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