Il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, ha chiesto un cda straordinario per mercoledì 23 luglio per esporre la sua riforma dell’informazione sulla tv pubblica, a cui starebbe già lavorando un gruppo di 4 persone.
Secondo quanto scrive oggi Repubblica, le edizioni giornaliere di Tg1, Tg2 e Tg3 (21 al giorno) potranno essere ridotte fino al 30% per alzare gli ascolti di Rai News 24 (che registra un misero share dello 0,57% nei primi 6 mesi del 2014), a cui verrà anche assegnata una collocazione più favorevole sul telecomando (il 48 attuale è penalizzante). In prospettiva, se i soldi in cassa lo permetteranno, Rai News 24 verrà sdoppiato, con una redazione irradiata solo all’estero e in inglese (France Télévision parla al mondo in tre lingue: inglese appunto, arabo e francese).
Gubitosi – continua Repubblica – punta inoltre a ridurre le testate giornalistiche da 8 a un massimo di 4 o 5 e ad accorpare le redazioni, anche se nessuno dei marchi storici sparirà. E come la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf e la Bbc la varie testate avranno una direzione centralizzata. L’informazione delle varie reti dovrà poi cambiare e caratterizzarsi. Non potranno più dare tutte le news: il Tg1 darà notizie ad ampio raggio, il Tg2 accentuerà la sua vocazione per il costume e le tendenze, mentre il Tg3 andrà verso il sociale e gli esteri.
Gubitosi chiederà ai cronisti, inoltre, di mettersi alle spalle l’anima democristiana, socialista e comunista che venne loro assegnata in un’epoca ormai chiusa e lontanissima. La Rai, infine, tratterà con i sindacati su multimedialità e flessibilità. Ogni giornalista, se necessario, dovrà lavorare per qualsiasi testata dell’azienda senza se e senza ma; e userà la telecamera o lo smartphone per filmare mentre la funzione di ripresa oggi è riservata all’operatore.
Duro il commento del sindacato dei giornalisti Rai Usigrai: riformare «non vuol dire tagliare, eliminare, sopprimere. Il Paese e il servizio pubblico hanno bisogno di più informazione». L’Usigrai «chiede da tempo una riforma vera e profonda della Rai. E certo non lo è quella che emerge dall’articolo di oggi di Repubblica».
Secondo il sindacato «ormai è iniziato il valzer delle indiscrezioni: una danza che durerà mesi. Alla quale non intendiamo partecipare. Ricordiamo che prima che qualunque ipotesi venga resa nota è indispensabile il dovuto confronto sindacale». L’Usigrai sottolinea quindi che «intanto farebbe bene il direttore generale a smentire quanto pubblicato oggi su Repubblica: la grande riforma di cui la Rai ha bisogno non può ridursi a qualche sforbiciata di qualche edizione di Tg, magari solo perchè “fanno concorrenza” qualcun altro. Per di piu’ neanche una parola sul futuro e gli investimenti per le redazioni regionali, la radio, lo sport e servizi parlamentari».
L’esecutivo Usigrai rileva che «nessuna riforma potrà esser seria se non sarà complessiva o se sarà fatta per conservare il potere di qualcuno o accrescere quello di qualcun altro. Il Dg smentisca quella che sembra essere una “riformina” se non vuol essere preda – o peggio complice – del Gattopardo».
Fonti: La Repubblica | AGI