Il Cda Rai ha dato il suo via libera, a maggioranza, al ricorso contro il taglio di 150 milioni deciso dal governo. La decisione, sulla base di un ordine del giorno di Antonio Verro. Contrari Luisa Todini (che si è dimessa) e Antonio Pilati.
A favore gli altri sei membri del consiglio, mentre la presidente Anna Maria Tarantola si è astenuta. Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, ha definito inopportuno il ricorso votato dal Cda.
Il taglio di 150 milioni di euro al trasferimento delle risorse da canone è stato deciso dal governo la scorsa primavera con il decreto Irpef, insieme al via libera alla quotazione di Rai Way. L’ipotesi di un ricorso è stata ampiamente discussa in consiglio di amministrazione, tanto che è stato chiesto al professor Enzo Cheli, costituzionalista ed ex presidente dell’Agcom, un parere sulla sussistenza di elementi di costituzionalità del decreto e sull’eventuale responsabilità oggettiva degli amministratori. Parere che non ha però portato ad una decisione in consiglio, fino all’ordine del giorno di oggi. Il testo approvato dal Cda impegna l’azienda a fare ricorso in tempi brevi al Tar, al giudice ordinario o ad entrambi. Contro il taglio hanno già presentato ricorso al Tar del Lazio Federconsumatori, Adusbef, Slc Cgil e Uilcom Uil.
Luisa Todini, imprendritrice (membro del Cda del gruppo Salini Impreglio) eletta in Consiglio nel 2012 in quota Lega Nord-Pdl, aveva annunciato già da tempo l’intenzione di dimettersi dal consiglio di amministrazione Rai, dopo la nomina a presidente delle Poste. Due giorni fa, rispondendo al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, che la invitava a dimettersi a causa del doppio incarico, aveva confermato all’ANSA di voler lasciare entro l’autunno e di essere rimasta in Rai «per concludere l’importante impegno di quotazione Rai Way, che sta andando particolarmente bene, e per l’impostazione del bilancio 2013 e del budget 2014». Quanto al doppio compenso, Todini aveva aggiunto di voler rendere nota «la lista delle liberalità fatte con la quota parte di stipendio percepita da consigliere Rai».
Per l’Usigrai il ricorso contro il taglio di 150 milioni «è un atto indispensabile per riaffermare il principio dell’autonomia della Rai: in linea con tutte le normative europee, le risorse per finanziare il Servizio Pubblico non possono dipendere anno per anno dal governo di turno». E il sindacato dei giornalisti Rai commenta così la posizione di Gubitosi: «Resta incomprensibile il suo dissenso per un atto in difesa dell’autonomia e indipendenza dell’azienda».
Fonti: Ansa | rainews.it | repubblica.it