Il cda Rai previsto per oggi giovedì 31 luglio, l’ultimo prima della pausa estiva, prevede la presentazione delle tappe di avvicinamento di Rai Way alla quotazione in Borsa (da chiudere entro l’anno). Ma non dovrebbe approvare, secondo fonti di stampa, il piano di riassetto dell’informazione della tv pubblica: l’oramai celebre “15 dicembre“.
La rivoluzione delle news messa in opera dal direttore generale Luigi Gubitosi dovrebbe iniziare il 4 settembre quando il cda tornerà a riunirsi. L’azienda di viale Mazzini ha accolto di fatto la richiesta dei sindacati: serve una pausa di riflessione.
Le 60 cartelle che il dg ha già illustrato al consiglio prevedono la nascita di due super-redazioni con semplificazione produttiva e specializzazione delle testate. Una sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento, sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. La seconda sarà formata da Tg3, Rai News, Tgr e Ciss, meteo e Web e integrerà offerta nazionale, internazionale e locale. Nella pratica, i marchi e conduttori degli attuali tg rimarranno, ma le redazioni saranno state unificate. A differenziare l’offerta saranno i vice direttori.
La priorità del settimo piano, dunque, ora è trovare la quadratura economica del cerchio imposta dall’esecutivo. E quindi racimolare al più presto 150 milioni. La soluzione del rebus renziano è l’Ipo di Rai Way. Argomento sul quale Gubitosi pretende la massima riservatezza. Il 4 giugno scorso in commissione di Vigilanza il senatore e imprenditore tv Maurizio Rossi, proprio pensando alla vendita dell’asset, ha chiesto al cda: che cos’è dentro Rai Way? Che cosa possiede tra postazioni, trasmettitori, antenne e transiti? È operatore di rete o fornitore di contenuti? Di quale concessione delle cinque frequenze di trasmissione assegnate alla Rai come gruppo ha la titolarità?
«Senatore, mi dispiace – gli ha risposto l’11 giugno sempre a San Macuto il presidente Anna Maria Tarantola – ma non ho gli elementi. Quasi tutte le sue domande attengono ad aspetti tecnici, di cui il consiglio non è formalmente a conoscenza. Mi sono dovuta rivolgere al direttore generale per avere questi chiarimenti e queste indicazioni. Mi riservo di farglieli avere, non appena disponibili tutti gli elementi». Ora chiarimenti e indicazioni sono giunti in Commissione di Vigilanza.
«In linea generale è opportuno premettere come in questa fase – alla luce dell’avvio del processo di Ipo – sia inevitabile adottare un approccio che possa assicurare la necessaria riservatezza su specifici aspetti di carattere tecnico operativo che non potranno che essere oggetto di puntuali valutazioni nelle diverse fasi di sviluppo del processo stesso», scrive la direzione generale in una lettera inviata alla Commissione di Vigilanza.
«Ciò premesso, in primo luogo si segnala che Rai Way ad oggi non è Operatore di rete ma è la Tower Company del Gruppo essendo il proprietario degli impianti di comunicazione elettronica e delle infrastrutture e responsabile della loro progettazione e manutenzione. Rai è ex lege sia Fornitore di Contenuti che Operatore di Rete in quanto oltre ad essere responsabile editoriale dei contenuti, è la sola titolare delle frequenze. Per quanto concerne il tema dell’eventuale obbligo di cessione di capacità trasmissiva, si segnala che ad oggi Rai non ha alcun obbligo in tal senso».
«Con riferimento invece alla tematica dell’attività svolta dalla società, si evidenzia come Rai abbia a disposizione 5 multiplex; da ciò non consegue direttamente che tutti i multiplex siano attivi sulla totalità delle torri con degli specifici apparati in quanto ciascun multiplex ha una copertura del territorio differente. Oltre a terreni e fabbricati Rai Way è proprietaria (inter alia) anche di impianti tecnologici, impianti di telediffusione e ponti radio. Il personale di Rai Way garantisce la gestione operativa, l’esercizio e la manutenzione delle reti di trasmissione e diffusione e degli impianti».
Quindi Rai Way è una Tower company con impianti di comunicazione elettronica e infrastrutture (ai quali fa manutenzione). Possiede terreni e fabbricati, impianti tecnologici, impianti di telediffusione e ponti radio. E ha anche un personale. Se il Parlamento vorrà saperne di più dovrà fare una manifestazione d’interesse.
Fonte: ilvelino.it