Il governo Renzi accelera sulla riforma Rai: il via libera definitivo alla nuova governance della Rai dovrebbe arrivare in tre settimane, entro il 5 agosto.
L’obiettivo è quello di archiviare la famigerata legge Gasparri prima della pausa estiva, anche se c’è chi accusa che sta sta per essere varata una legge Gasparri 2.0 o Gasparrina. Per sbloccare un percorso di riforma, già smussato in Commissione Lavori Pubblici al Senato, che pare comunque in salita, i vertici dem hanno fissato per giovedì un’assemblea dei deputati.
Nel frattempo il Cda Rai (scaduto da tempo) è da settimane in prorogatio e ogni rinvio suona come una beffa. Secondo la tabella di marcia studiata dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, allora, il ddl approvato dalla commissione Trasporti di Palazzo Madama approderà in Aula la prossima settimana. Un rapido esame, poi la palla passerà alla Camera, dove si spera di chiudere la partita entro il 5 agosto.
Se i tempi (stretti) di approvazione del disegno di legge verranno rispettati, il prossimo consiglio di viale Mazzini verrebbe eletto a settembre secondo le nuove regole stabilite dalla riforma. La figura del nuovo amministratore delegato, che sostituisce quella del direttore generale, sarà scelta dal governo e nominata dal cda. Tra i nomi in pole ci sono alcune donne: Marinella Soldi, amministratrice delegata di Discovery Italia e general manager di Discovery Networks Europe Sud Europa, e il presidente dell’Enel Maria Patrizia Grieco.
Ma le resistenze permangono anche tra i democratici. Michele Anzaldi, ad esempio, ha sonoramente bocciato le modifiche concordate con Forza Italia e ha denunciato che il nuovo testo uscito la settimana scorsa dalla commissione, invece che ridurre il potere della politica sulla Rai, favorisce ancora più la lottizzazione della tv pubblica. «A questo punto, per paradosso, è quasi meglio la legge Gasparri. – sostiene il segretario dem in Vigilanza – Vediamo cosa dirà Renzi quando si renderà conto di cosa è diventata questa riforma». Anzaldi non ha dubbi: «Lo sa che la riforma prevede una commissione per il controllo e la sicurezza che ha voce sull’attuazione da parte dell’azienda delle linee e degli indirizzi programmatici? Un Minculpop affidato al presidente e a due consiglieri che, di fatto, può bloccare l’azione dell’amministratore». Per diluire le critiche e compattare il gruppo parlamentare, Giacomelli e il capogruppo in Vigilanza Vinicio Peluffo hanno messo in agenda per giovedì il summit con i deputati.
Fonte: La Repubblica