Il Ministero dello sviluppo sta confezionando l’atteso Decreto legge che supera il Beauty Contest, la gara pubblica che avrebbe regalato le frequenze tv a Rai e Mediaset. Secondo MF il provvedimento difficilmente sarà presentato oggi, ma arriverà al Consiglio dei Ministri all’inizio della prossima settimana ai margini della scadenza della sospensione del concorso di bellezza prevista per il 20 aprile.
A Cologno Monzese intanto si prevedono novità importanti, che verranno probabilmente discusse mercoledì 18 in occasione dell’assemblea degli azionisti Mediaset. Il Biscione intanto, secondo Radiocor, potrà usufruire di una nuova frequenza tv grazie al varo del nuovo Codice delle Comunicazioni. Come previsto da mesi, nell’ambito del riassetto del dividendo digitale (che recepisce le indicazioni dell’Europa), Rai, Mediaset e H3G potranno trasformare le frequenze DVB-H, acquistate per i videofonini, in DVB-T, cioè in frequenze utilizzabili per il digitale terrestre.
Il nuovo Codice delle Comunicazioni approvato dal Governo venerdì in prima lettura col Decreto legislativo che attua la direttiva Ue 140 del 2009, attua il principio di neutralità tecnologica dello spettro contenuto nell’articolo 9, comma primo del decreto legislativo, che consente la trasformazione delle frequenze. Il decreto ora dovrà passare al vaglio del Parlamento. All’articolo 12, inoltre, si descrive l’opportunità, fino al 25 maggio 2016, di chiedere la conversione delle frequenze ad Autorità delle comunicazioni e Ministero. Non si tratta di un’assegnazione automatica, ma è un’opportunità in più per gli incumbent televisivi, che aspettano proprio in questi giorni la decisione del Governo sull’asta delle frequenze.
L’altro Decreto legge dell’esecutivo tecnico che supera il concorso di bellezza del defunto governo Berlusconi dovrebbe approntare un’asta suddivisa in due pacchetti: uno destinato agli operatori televisivi, l’altro assegnato sempre alle televisioni, ma per tre anni, e poi sarà ceduto agli operatori di telecomunicazioni. Ma con la conversione dei canali concessa agli operatori dominanti e con la crisi del mercato tv che imcombe (con un drastico calo di investimenti pubblicitari), la gara pubblica pensata da Passera rischia seriamente di non trovare concorrenti.
Mediaset è l’unico operatore che ha l’esigenza di lanciare i suoi canali in chiaro in HD. Secondo una stima S&P Equity Research l’investimento potrebbe costare al Biscione tra i 300 e i 450 milioni, tenendo conto che ogni frequenza dell’asta è valutata 100-150 milioni di euro all’anno. A questi prezzi nè la Rai, nè tantomeno TI Media, Sportitalia e Europa 7 sarebbero in grado di fare un’offerta. E chi invece avrebbe le risorse economiche, come Sky Italia, non è più intenzionato a partecipare alla gara per le frequenze del digitale terrestre. La soluzione potrebbe perciò arrivare dall’estero con l’arrivo di un grande gruppo televisivo, ad esempio Time Warner, che provocherebbe finalmente l’agognata apertura del mercato tv.
Fonti: MF | Radiocor | La Repubblica
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