Sembra fatta. Urbano Cairo conclude l’acquisto di La7. A quanto risulta a Il Sole 24Ore, il cda di Telecom Italia Media dovrebbe riunirsi oggi per dare l’ok alla firma del contratto. Ieri i rispettivi advisor (Mediobanca per Telecom Italia e Bonelli Erede Pappalardo e Lazard per Cairo) avrebbero definito gli ultimi dettagli dell’operazione e perfezionato i termini della proposta.
TI Media dovrebbe ricapitalizzare la tv per 95 milioni di euro e abbuonare 63 milioni di debiti che la La7 Srl ha contratto con la capogruppo. In discussione c’erano anche altre condizioni sulle quali si sarebbe raggiunto un accordo lo sconto sull’affitto dei mux che restano a TI Media, il trasferimento di personale (si parla di un centinaio di dipendenti) e la pubblicità garantita (per almeno 3 anni per 15-16 milioni di racccolta) da Telecom sull’emittente. Del pacchetto fa parte anche la rinuncia degli ingenti crediti vantati da Telecom Italia nei confronti della controllata al 77,78% TI Media, pari a 260 milioni (inclusi i 63 milioni di La7) che per la holding televisiva sono specularmente debiti che verranno cancellati.
Comunque si dovrà attendere ancora qualche mese per il closing definitivo, dal momento che l’accordo dovrà ancora essere sottoposto all’esame dell’Agcom e dell’Antitrust. Per Telecom, che si terrà i redditizi multiplex in concessione all’asset delle torri e delle frequenze TIMB, l’avventura televisiva si chiuderà così con uno stop loss e nessun introito, nonostante fosse stato preventivato, quando era stata avviata la procedura di dismissione, di poter ricavare almeno 450 milioni dalla vendita di tutta TI Media. Smentendo di fatto le promesse di Franco Bernabè, che assicurava qualche mese fa che La7 non sarebbe stata svenduta.
Intanto Telecom è affondata in Borsa ai minimi di sempre, chiudendo in calo del 7,26% al valore nominale di 55 centesimi. Alle attuali quotazioni basterebbero meno di 2,3 miliardi per il 30% del capitale ordinario. Un destino che i graficisti avevano previsto, ma forse non con tanta rapidità. Meno di un anno fa le quotazioni di Telecom erano superiori ai 90 centesimi, ma nel frattempo il debito del gruppo è diventato un fardello sempre più pesante. I 40 miliardi ereditati dalle operazioni fatte negli anni per assicurare il controllo in mani italiane sono infatti oggi minacciati dal possibile declassamento del rating che l’incerto quadro politico nazionale rende un’eventualità meno remota. Tanto più che Moody’s ha abbassato il voto a BAA3, appena un gradino sopra il giudizio “junk”, spazzatura.
Fonti: Il Sole 24 Ore | Il Messaggero