Il Corriere della Sera di stamane annuncia fiducioso: il nodo Rai si scioglie. Con la solita verve buonista il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli rivela che il Pd, inizialmente restio, voterà i nuovi consiglieri Rai. I nomi scelti dal partito di Bersani non saranno però uomini di partito ma bensì personaggi espressione della società civile.
Ieri il segretario del Pd ha scritto a quattro associazioni («Se non ora quando», «Libertà e giustizia», «Libera» e «Comitato per la libertà e il diritto all’informazione») di indicare due nomi per il nuovo Consiglio Rai. Scrive Bersani: «Qualora le vostre associazioni ritenessero di indicare due candidature per il Cda, noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione a una nuova governance dell’azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile». Bersani prova a smarcarsi dal sistema della lottizzazione partitica, ma la sua mossa aperta alla società pare un azzardo. Il metodo individuato da Bersani trova il sostegno di Antonio Di Pietro e dell’Italia dei Valori: «Meglio il male minore. Questo è rappresentato dalla proposta di Bersani, cioè quella di rimettere la scelta dei nomi ad associazioni culturali, movimenti di opinione, rappresentanti d’interessi diffusi, certamente di qualità e di sicuro spessore morale e professionale. I curricula devono essere trasparenti e accessibili a tutti». Beppe Giulietti di Articolo 21 e Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, apprezzano lo sforzo del Pd.
Ironico Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza, che annuncia il voto del suo partito per il 21 giugno, giorno in cui la commissione si trasformerà in seggio elettorale: «Il Pd riconosce di aver occupato la Rai e del resto tutti sanno quale sia lo strapotere della sinistra, a partire dall’Usigrai fino ad arrivare a talune redazioni. Ci sono poi format di approfondimento e di inchiesta che si comportano come repubbliche a sé stanti». L’Udc invece suggerisce: «Sia Monti a nominare tutto il Cda».
Si voterà il 21 giugno, sempre se le associazioni saranno in grado di mettersi d’accordo sui due nomi chiedi da Bersani. Poi il Pdl potrà votare i suoi due consiglieri, l’Udc due, e la Lega uno. Intanto l’assemblea degli azionisti Rai, convocata ieri, si è aggiornata al 3 luglio. In quella sede si ratificano i nuovi vertici ed è dunque possibile immaginare che il Ministero dell’Economia (azionista di maggioranza assoluta al 99.9%) lasci la possibilità alla Vigilanza di tenere diverse sedute per la ricerca di un accordo.
Si tratterà, comunque, del più imprevedibile mix di vertici nella storia della Rai: con i due «alieni» (come li ha chiamati Carlo Freccero) Anna Maria Tarantola presidente, una donna proveniente dalla Banca d’Italia, e il manager, futuro dg Rai, Luigi Gubitosi, e consiglieri distanti dai partiti, legati ad associazioni della società civile, almeno nella quota Pd. Stanno intanto continuando ad affluire curricula di ogni tipo alla commissione di Vigilanza. Tutti i partiti hanno promesso di esaminarli e di tenerli nella dovuta considerazione. Ma si teme che il tutto vada a finire in pappa (lottizzata) come è già accaduto per le nomine delle Authority.
Fonti : Il Corriere della Sera | La Repubblica