In occasione dell’apertura di venerdì delle buste inviate dalle società televisive al Ministero dello Sviluppo per partacipare al concorso di bellezza del digitale terrestre, che assegnerà gratuitamente 6 multiplex alle tv nazionali, spunta la sorpresa Telecom Italia Media che si scopre in corsa per ben tre frequenze tv.
La società guidata da Giovanni Stella, in rotta con la casa madre Telecom, è infatti l’unico operatore ad aver fatto richiesta per i due canali del lotto B (le frequenze migliori allestite per i solti noti sui canali 55 e 58 UHF), e anche per la frequenza 54 UHF del lotto C, quella dedicata al DVB-H del mobile o al DVB-T2, come unica richiedente. Europa 7, come previsto, è la sola società in competizione (si fa per dire) per il lotto A1 che mette in palio le frequenze 06 e 07 (meno preziose) sulla banda VHF, dove la società di Francesco Di Stefano trasmette già coi sui canali pay.
Da quanto si legge in un articolo de Il Sole 24 Ore, i tre commissari del beauty contest nominati da Romani, forse per la troppa fatica, si sono fermati qui, e hanno procrastinato a mercoledì prossimo l’apertura delle offerte di Rai, D-Box e di Tivuitalia (che in realtà sono costituite semplicemente dai curricula delle società), quando verranno pubblicate sul sito del MSE tutte le televisioni ammesse alla gara non competitiva. In ogni caso è sicuro che per il lotto A2, composto dai canali 25 e 23 integrati della banda UHF, hanno presentato domande Sky Italia, D-Free, DBox, Canale Italia e Tivuitalia. Mentre per il lotto A3, che regalerà tre canali (28, 24, 59) a multifrequenza in UHF, concorrono D-Free, DBox, Canale Italia e 3 Italia. Infine, come detto, rimangono i canali del lotto B per i vecchi operatori, dove si “sfidano” Mediaset (già sicura della vittoria, come segnalato dal suo sito), Rai e TI Media, e il lotto C dove è presente la sola offerta di TI Media.
Il concorso di bellezza del digitale terrestre comunque, con tanto di sfilate e passerelle, nella prossima settimana entrerà nel vivo della non-gara. Una formula a beauty contest pensata dal ministro Romani che ha fatto letteralmente fuggire gli operatori tv esteri (a parte Sky e 3 Italia già presenti nel nostro mercato), perchè troppo sbilanciata verso i soliti vecchi incumbent, nonostante l’assegnazione gratuita delle preziose frequenze valutate circa 1,5 miliardi di euro.
La sfilata del digitale terrestre dovrà però confrontarsi con la pioggia di ricorsi dei suoi concorrenti: quattro dei dieci partecipanti infatti (Sky, TI Media, Rai e Tivuitalia) hanno presentato delle istanze presso il Tar del Lazio sul bando e sul disciplinare di gara e attendono risvolti positivi. Un fatto che mette ancora più dubbi sulla reale efficacia della gara pubblica atta ad aprire alla concorrenza il mercato televisivo italiano, imbalsamato da quasi trent’anni di duopolio Rai-Mediaset, e imposta dalla Commissione europea per chiudere la procedura di infrazione aperta nel 2006 contro l’Italia per la famigerata legge Gasparri.