La recente rivoluzionaria sentenza della Corte di giustizia europea, che ha praticamente liberalizzato il mercato delle tessere e dei decoder delle pay-tv, è destinata, a meno di clamorosi e forse probabili dietrofront, a cambiare il consumo di eventi sportivi in tv e forse, si spera, ad abbassare i prezzi degli abbonamenti.
Ma la decisione dei giudici dell’UE, che fanno tremare il mercato delle tv a pagamento e il mondo dorato del calcio, e che han fatto trionfare le ragioni della signora Murphy, la famosa proprietaria del pub di Portsmouth, contro la Premier League, influirà pure sulle offerte sportive veicolate da Internet, non solo su satellite. Su questo punto concordano tre avvocati, interpellati da Nòva24 de Il Sole 24 Ore, tra i massimi esperti di diritti digitali: Andrea Monti, Fulvio Sarzana e Guido Scorza. Ma forse la sentenza apre la porta a una rivoluzione anche in altri ambiti: quelli dei servizi musicali online di musica e film, secondo Monti e Scorza.
La Corte UE, infatti, ha affermato che, per i principi sulla concorrenza del mercato unico, non è legittimo limitare a un singolo Paese europeo la licenza a trasmettere partite di calcio. «Significa che possiamo usare i servizi televisivi di un qualsiasi fornitore all’interno dell’Unione europea. Purché quest’ultimo si sia procurato i diritti a trasmettere», spiega Monti. La Corte ha sostenuto il diritto di una signora inglese a trasmettere le partite calcio, nel proprio pub, con un servizio satellitare greco, ma le implicazioni sono più ampie. La condizione infatti è poter accedere al servizio di un altro Paese europeo: ma questo è possibile farlo non solo via satellite ma anche via Internet. «Diventano legali anche quei siti che offrono link a canali stranieri con il calcio gratis. Purché i canali siano di emittenti europee –, dice Sarzana –. Per anni invece quei siti hanno subito procedimenti giudiziari, anche in Italia: il primo, nel 2005, è stato Coolstreaming», aggiunge.
Emergendo dal sottobosco della rete, possiamo aspettarci che diventeranno più visibili e accessibili anche dagli utenti meno esperti. Potranno crescere e sviluppare un modello di business senza temere di essere chiusi da un giorno all’altro. Servirebbe un’altra sentenza della Corte, per scardinare i limiti territoriali su servizi diversi dal calcio. «Ma aspettiamocelo: con quel precedente della signora inglese, qualcuno ora potrebbe fare causa a servizi come iTunes, che offre alcuni contenuti nel Regno Unito e non in altri Paesi europei», prevede Scorza (e Monti concorda). Quanto al satellite, ora per l’utente italiano, a differenza di quello inglese, non c’è un risparmio nel connettersi a un canale straniero per il calcio. «Ma è solo questione di tempo – dice Monti –. Visto che è decaduto il diritto all’esclusiva territoriale, i diritti saranno ricontrattati a prezzi più bassi; nascerà una concorrenza di operatori europei in grado di fornire gli stessi contenuti agli utenti italiani. Questi due motivi faranno calare i prezzi».
Fonte: ilsole24ore.com