Rete Capri, storica emittente generalista nazionale indipendente, contesta le decisione del Ministero dello Sviluppo Economico circa la pubblicazione del bando per l’asta (ex ‘beauty contest’) per l’assegnazione dei tre multiplex nazionali in tecnica DVB-T.
Secondo Rete Capri non è possibile procedere con la predisposizione dell’asta se la vicenda della numerazione dei canali sul telecomando (LCN) non arriva ad una conclusione. I partecipanti alla gara, infatti, si suppone siano operatori di rete per cui, se ottenessero uno dei tre multiplex, dovrebbero poi veicolare dei canali, cioè essere fornitori di contenuti, e per farlo devono avere bisogno anche dell’assegnazione di numerazioni LCN.
Chi e come parteciperà all’asta frequenze per fornire capacità trasmissiva ai possibili nuovi entranti se i relativi editori non sanno quale sarà la numerazione LCN assegnata? Retecapri potrà partecipare alla gara ma a chi potrà offrire i servizi di capacità trasmissiva? E’ evidente che il bando e l’asta sono stati pensati per impedire l’arrivo di nuovi competitors. Essendo ancora non risolta la problematica LCN, quindi, dopo le sentenze di annullamento di Tar e Consiglio di Stato delle delibere Agcom n. 366 e (parzialmente) n. 237, è praticamente impossibile concludere per prima la pratica frequenze.
Questo a meno che… non ci sia l’intenzione implicita di Agcom e MISE di far restare tutto com’è sul telecomando per cui il problema, per così dire, non sussiste. Tutto ciò aprirebbe un nuovo capitolo di contenzioso in tutte le sedi, civili, penali e comunitaria aumentando caos e confusione definitiva con pesanti rischi causati dall’inottemperanza di Ministero e Autorità. A tal proposito la stessa Rete Capri già preannuncia la possibilità di ricorrere nelle varie sedi compresa l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato cosiddetta Antitrust, sia a livello comunitario.
Rete Capri, inoltre, ricorda che Tar e Consiglio di Stato hanno dichiarato illegittime le assegnazioni LCN delle posizioni 8 e 9 a MTV e Deejay Tv, emittenti di chiara matrice tematica, mentre tali numerazioni erano destinate alle tv generaliste, oltre che “storiche”, vale a dire “ex analogiche” cioè che operavano già in analogico prima dello Switch-off. Il tutto in chiaro danno di Rete Capri che pur rispettando i parametri di ex analogica oltre che di generalista, ha ottenuto la discriminante posizione n. 20, appositamente predisposta per le “escluse” dal primo arco (1-9).
Nella nuova assegnazione, quindi, Rete Capri dovrà ottenere, secondo l’ordine stabilito dalla stessa Agcom, la posizione n. 8. Anche sul fronte delle frequenze Rete Capri ha già più volte denunciato l’ulteriore discriminazione nell’aver ottenuto, in sede delle assegnazioni in DTT, un solo multiplex pur già operante con due frequenze, rispetto a operatori che, di pari requisiti, ne hanno ottenuti 2 (il caso di ReteA – All Music), senza poi considerare l’enorme sproporzione di canali con i soliti big players che hanno ottenuto 5 multiplex (Rai-Mediaset più Telecom e L’Espresso con la fusione prossime delle rispettive frequenze), realizzando un assetto di mercato con sì tanti canali, ma controllati sempre da un duopolio. Un falso pluralismo.
Fonte: AgenParl