Asta frequenze, Catricalà : “a inizio 2014 si chiuderà la gara”

«E’ molto probabile che le operazioni» per la gara sulle frequenze televisive «finiscano per chiudersi all’inizio del 2014, salvo sorprese». Lo ha indicato il vice ministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, precisando che «finché non avremo un preventivo assenso dalla Commissione Ue, non potremo procedere ed è molto probabile che della questione se ne debba riparlare dopo la pausa estiva». Al termine dell’audizione il vice ministro a sussurrato che l’asta per i canali tv esordirà: «non in autunno inoltrato, ma a settembre».

Il vice ministro ha ricordato che l’11 giugno scorso ha inviato ai commissari Joaquim Almunia per la Concorrenza, e Neelie Kroes per la Digital Agenda, gli schemi di bando e di disciplinare predisposti in base al regolamento dell’Agcom. «Si tratta di un impegno, quello di far conoscere preventivamente alla Commissione europea tutti i provvedimenti alla gara di assegnazione delle frequenze, preso nel 2009 dal governo italiano nell’ambito della procedura d’infrazione ancora aperta», ha dichiarato Catricalà.

Ma le sorprese per l’agognata e contestatissima asta sono proprio dietro l’angolo. A cominciare dai doverosi dubbi che proprio i commissari europei hanno posto sulla qualità dei multiplex messi in palio dal governo italiano per i nuovi entranti del mercato televisivo. I lotti della gara predisposti dall’ex ministro Passera e dall’Agcom (L1, L2 e L3), appaiono infatti come gli scarti dell’ex beauty contest, contenenti le frequenze meno perfomanti dell’intero pacchetto in vendita, con canali in banda VHF non ricevibili in molte grandi città e in milioni di abitazioni in tutta Italia.

Catricalà ha sottolineato in commissione: «tenuto conto che, dal momento della condivisione del bando e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dovrà trascorrere almeno un mese per la presentazione delle domande di partecipazione, almeno un altro per la verifica delle stesse, più un altro ancora per l’avvio effettivo della gara, è molto probabile che le operazioni finiscano per chiudersi all’inizio del 2014». Un termine che sarebbe fuori tempo massimo secondo le imposizioni della Commissione europea per indire e terminare la gara. Un’assegnazione onerosa dei canali voluta dall’Europa per aprire il mercato tv italiano e chiudere la procedura di infrazione europea alle regole sulla concorrenza.

Il vice ministro afferma che «non vi è stato ancora alcun contatto da parte degli uffici di Bruxelles, ma è prassi costante che gli atti di una certa complessità vengano esaminati da diverse strutture, compreso il Servizio giuridico. Certamente, finché non avremo un preventivo assenso dalla Commissione non potremo procedere».

E anche se arriverà l’attesa, ma non scontata, approvazione dalla Commissione europea, non è ancora detto che si potrà indire l’asta onerosa (con una base da meno di 100 milioni di euro) entro la fine dell’anno. Pendono infatti sulla gara, come una spada di Damocle, i ricorsi al Tar del Lazio dei principali operatori del mercato tv. Rai e Mediaset, dententori del famoso duopolio, esclusi dai regolamenti di gara, hanno infatti presentato ricorso  che intende annullare il bando dell’asta redatto dall’Agcom.

Insomma la gara è ancora una volta a rischio: tra ritardi burocratici, dubbi sull’effettiva appetibilità delle frequenze da parte dei nuovi operatori tv, e ricorsi pendenti, si fanno sempre più minacciose le salate multe europee della procedura di infrazione alla concorrenza aperta nel 2006 contro l’Italia e il suo duopolio tv .

Fonte: Ansa

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Redazione
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