Canone Rai, l’Europa si dichiara non competente sulla petizione leghista

La Commissione europea ribadisce di non essere competente sulla questione dell’abolizione del canone Rai, ma gli eurodeputati della Lega Nord non ci stanno e annunciano battaglia. Il confronto si è accesso presso la sede dell’Europarlamento durante l’esame della improbabile petizione presentata dal Comitato per la libera informazione radio televisiva (Clirt) di Marostica (Vicenza), firmata da oltre 14 mila persone.

Il mese scorso, la bizzarra proposta leghista di abolire il canone Rai è stata accolta a sorpresa dal Parlamento Europeo. Petizione Europea con nulle speranze di riuscita, avviata nel dicembre 2012 per chiedere l’abolizione dell’imposta e l’apertura di una procedura d’infrazione comunitaria contro l’Italia per violazione della libera concorrenza. La questione della tassa del canone Rai però rientra esclusivamente della sfera di responsabilità dello Stato italiano, non riguarda prettamente i diritti fondamentali dei cittadini europei, non può essere considerata un’azione a favore dei consumatori, dato che il canone è semplicemente un’imposta sul possesso del televisore slegato dal servizio pubblico tv.

Dure e sguaiate le proteste leghiste: la posizione di Bruxelles è stata definita come ridicola da parte dell’eurodeputata della Lega Nord Mara Bizzotto. «Vergogna» le ha fatto eco il collega del Carroccio Mario Borghezio per il fatto che la Rai non stesse riprendendo il dibattito «non rispettando il suo ruolo di servizio pubblico».

Il funzionario della Commissione Ue presente all’audizione si è detto sorpreso dai toni degli interventi, pur riconoscendo che i canoni televisivi non sono popolari in nessun paese europeo. Sulla base delle informazioni disponibili, comunque, l’esecutivo Ue «non ritiene opportuno» al momento riaprire un’indagine sui finanziamenti statali alla Rai, dato che tra il 2003 e il 2005 era già stata accertata la compatibilità del canone con le norme europee sul servizio pubblico, come ricordato anche dalla rappresentante Rai presente in sala. «Spetta alle autorità nazionali decidere come organizzare il canone e nulla nell’odierna petizione induce a ritenere di dover riesaminare il fascicolo», ha affermato il funzionario.

Bizzotto ha contestato la risposta di Bruxelles, definendola incompleta e ridicola e chiedendo di fare un esame serio e approfondito della situazione in Italia, compresa la recente sentenza del Consiglio di Stato sul caso Rai-Sky e sui programmi della tv pubblica oscurati per anni sulla piattaforma satellitare di Ruper Murdoch. Su quest’ultimo punto, in particolare, il funzionario dell’esecutivo comunitario ha ammesso «di non essere a conoscenza» della sentenza. «Mi stupisce la superficialità della Commissione europea, che richiama tutti su tutto e se ne frega della discriminazione sul canone per i non udenti e i non vedenti», ha osservato dal canto suo il leghista Matteo Salvini.

Critiche alla Commissione Ue non sono però arrivate soltanto dai parlamentari della Lega Nord, ma anche da altri eurodeputati presenti all’audizione. Per questo motivo, la presidente della commissione Petizioni Erminia Mazzoni (Pdl) ha proposto di tenere aperta la petizione sul canone Rai e di chiedere, ricevendo il consenso unanime degli eurodeputati, «ulteriori approfondimenti» all’esecutivo Ue, che «ha il dovere di andare fino in fondo per vedere se ci sono violazioni» alle norme europee.

 Fonte: Ansa

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