Guerra tv locali. Vita e Pardi: “evitare la beffa sui rimborsi per le frequenze tv”

Sul delicato problema dei 175 milioni di indennizzi predisposti dal governo per le tv locali, espropriate di quelle frequenze già vendute alle compagnie telefoniche (nell’asta LTE), si sono ampiamente e sonoramente espressi esponenti del PD, l’associazione Aeranti-Corallo, il patron di Telelombardia Sandro Parenzo, il quale ha denunciato una vera e propria truffa ai danni delle emittenti regionali.

Le parti coinvolte evidenziano le modalità dischiminatorie dei risarcimenti, che derivano da una parte degli introiti della gara per le frequenze per la banda larga mobile, ridotti però più volte dai governi in questi mesi. Le procedure di rimborso statale infatti non distinguono l’indennizzo tra un’emittente con pochi dipendenti e poche migliaia di telespettatori e quelle tv con centinaia di dipendenti e centinaia di migliaia di telespettatori.

Attraverso un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico, il senatore del Pd Vincenzo Vita e quello dell’Idv Francesco Pardi affermano: «Per il risarcimento alle emittente locali in seguito all’asta delle frequenze non si passi dal danno alla beffa». «La procedura di assegnazione, conclusasi di recente, ha prodotto entrate per circa 4 miliardi di euro e che i 420 milioni di euro previsti come risarcimento per le emittenti locali sono stati tagliati a 175». «Si apprende ora – continuano – che tali misure di indennizzo sarebbero destinate ad una distribuzione “a pioggia” senza che vi sia una distinzione tra una qualsiasi antenna tv e vere e proprie imprese televisive e non vi sarebbe differenziazione né per quanto riguarda il numero di telespettatori né relativamente al numero di dipendenti. Se così fosse – concludono Vita e Pardi – saremmo di fronte per alcune emittenti ad un inatteso regalo mentre per quelle che realmente rappresentano imprese televisive, con un organico considerevole e un audience consolidato, comporterebbe un danno gravissimo contribuendo probabilmente a segnare la fine di gran parte dell’informazione locale. E’ necessario che il ministro chiarisca per evitare la beffa».

Fonte: TMNews

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