Le scelte del governo Monti sull’annosa questione delle frequenze tv potranno essere rivelate, almeno in parte, con l’approvazione del decreto Semplificazioni. Una legge che per arrivare al voto finale dovrà passare al vaglio di ben 2.229 emendamenti, tra richieste di abolizione del canone Rai, e provvedimenti riparatori per la liberalizzazione dei settori dei professionisti, delle farmacie, delle banche.
All’interno dell’enorme montagna di emendamenti sono parecchi quelli a favore dell’emittenza televisiva locale, dalle disposizioni sulla pubblicità degli enti pubblici sulle emittenti regionali, fino alle aste giudiziarie sulle stesse tv locali. Alcune modifiche, come quella proposta da Vincenzo Vita (Pd), chiedono una procedura d’asta onerosa per il famoso concorso di bellezza sospeso dal ministro Passera che avrebbe dovuto regalare 6 frequenze alle tv nazionali.
Ma la gara per l’assegnazione dei multiplex, imposta dalla Commisione europea per scongiurare le sanzioni UE sulle regole della concorrenza del mercato tv, diviene giorno dopo giorno un caso sempre più intricato. Nonostante il blocco di 90 giorni imposto dal Ministero per la ridefinizione del beauty contest, sulla quale si affollano numerosi ipotesi, sembra proprio che una parte consistente delle stesse frequenze all’asta sia occupata dalla Rai e dalle tv locali.
Secondo il CorrierEconomia lo stato di sfruttamento “abusivo” dei canali televisivi, segnalato inizialmente dal professor Antonio Sassano, sarà confermato dal ministro dello sviluppo Corrado Passera che risponderà in questi giorni all’interrogazione del deputato del Pd Paolo Gentiloni. Passera confermerà anche che le frequenze sono occupate dalle televisioni che hanno già fatto ricorso al Tar del Lazio contestando lo stesso Beauty Contest, ma preciserà che nessuna assegnazione sarà però definitiva: tutte le attribuzioni sono comunque destinate a decadere, entro giugno, quando sarà completato lo Switch-off televisivo dall’analogico al digitale nelle restanti regioni del sud Italia.