Nessuna decisione sul Beauty Contest del digitale terrestre. Ancora. Dopo la sospensione di 90 giorni del concorso di bellezza, che dovrebbe essegnare gratuitamente 6 frequenze alle tv nazionali italiane, con i mux migliori che andrebbero a Mediaset e Rai, il governo non dà cenni di eventuali svolte o di cambiamenti della contestata gara. Ma secondo il quotidiano del Corriere della Sera il ministro Passera ha ripreso in mano il dossier frequenze tv.
Per la prossima settimana infatti è previsto un primo vertice a livello tecnico tra gli esperti del Ministero dello Sviluppo economico e l’Agcom. La settimana successiva, invece, il confronto si sposterà a Bruxelles dove con le direzioni «Informazione e media» e «Concorrenza» verranno valutate le possibili alternative al beauty contest congelato ma non annullato. La cancellazione della gara infatti avrebbe provocato i minacciati ricorsi da parte dei concorrenti, che attendevano solo la pubblicazione della graduatoria finale. Sempre secondo il quotidiano di Ferruccio de Bortoli, il governo intenderebbe intervenire per via legislativa. Una logica conseguenza della decisione di sospendere la gara non competitiva, ma anche un forte indizio sulla possibile modifica del concorso, che potrebbe rimanere gratuito per gli incumbent del mercato televisivo.
Passera ha tempo fino a metà aprile per definire la nuova procedura. Ma non si conoscono i criteri che saranno adottati per la modifica del concorso. Il bando e il disciplinare del beauty contest sospeso, realizzati dallo staff dell’ex-ministro Romani, erano forgiati appositamente per assegnare una frequenza a Mediaset (58 UHF), una alla Rai (55 UHF) e una a TI Media (54 UHF), e per non alterare di una virgola il duopolio tv italiano. Un regolamento pro-Biscione che ha fatto fuggire i possibili nuovi operatori tv entranti (esteri e non) e ha nettamente disatteso, a mio parere, le imposizioni della Commissione europea per aprire il mercato alla concorrenza.
E le prime mosse accertate di Passera non sono di certo confortanti: il ministro ha infatti affidato il dossier frequenze al capo dipartimento Comunicazioni, Roberto Sambuco, lo stesso uomo che ha lavorato per Scajola e Romani, che è stato coinvolto nell’inchiesta P4, e che soprattutto è stato consulente tecnico per la realizzazione del concorso bloccato, e ha ideato le regole per lo scellerato indennizzo a pioggia per le televisioni locali (che penalizza le emittenti più grandi) che occupano le frequenze vendute nell’asta per la telefonia mobile. Il ministro dello sviluppo vorrebbe a suo dire «trovare il modo giusto per usare al meglio le frequenze che non è detto possano essere solo frequenze televisive, ma potrebbero anche essere nuove tecnologie». Potrebbero quindi essere privilegiati non più i broadcaster ma gli operatori di rete puri, così da accelerare lo sviluppo delle nuove tecnologie.
Tra due settimane si dovrebbe capire qualcosa di più. Ma serve comunque il via libera della Commissione Europea, che dovrà approvare la nuova formula della gara per le frequenze, e poi solo dopo il termine del beauty contest “modificato” potrà valutare se concedere l’ok per annullare la procedura di infrazione contro l’Italia (ora sospesa) avviata in seguito alla scarsa apertura del mercato prodotta dalla Legge Gasparri del 2004 sull’onda del passaggio dalla tv analogica al digitale terrestre.
Fonti: il Corriere della Sera | il Fatto Quotidiano