Rai e frequenze tv. Sono questi i temi caldi che mettono a rischio il governo “tecnico” del prof. Monti, che attende il consenso politico del partito politico di “sua emittenza“. Secondo le voci di corridoio pare che Silvio Berlusconi almeno sui canali tv rimanga per ora sulle proprie posizioni, anche se in occasione dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con il primo ministro, avrebbe garantito che «non ci saranno forzature».
Ma in realtà la questione sulle frequenze in discussione al governo sta innervosendo e non poco Berlusconi, soprattutto di fronte alle decisioni prese nella conferenza internazionale di Ginevra e dall’Europarlamento, e nei riguardi delle modifiche che l’esecutivo andrà a porre sul Beauty Contest. Problematiche strettamente connesse ai prossimi switch-off del digitale terrestre, e alla liberaziona delle frequenze da parte delle emittenti locali.
Nei confronti del governo e del Ministero dello Sviluppo stanno crescendo infatti forti pressioni dei pricipali broadcaster tv nazioali, Mediaset in primis, che vorrebbero ottenere rapidamente e gratuitamente i canali tv del concorso di bellezza. Ma preme pure l’Unione europea che vorrebbe imporre a tutti gli Stati di rivedere entro il 2015 le politiche per lo spettro radio per l’utilizzo di ulteriori risorse frequenziali (sui 700 MHz) per la banda larga mobile. Ma sono in pressing anche le stesse compagnie telefoniche italiane che attendono le frequenze 61-69 UHF acquistate per 3 miliardi nell’asta LTE dello scorso settembre, ma ancora occupate in gran parte del Paese dalle emittenti locali, che dovrebbero liberarle a fronte di un indennizzo pari a 175 milioni di euro.
Nel contesto di questa intricata situazione, secondo indiscrezioni scovate dal Corriere delle Comunicazioni, gli uomini di Corrado Passera starebbero elaborando l’ipotesi di una gara su base onerosa delle frequenze del beauty contest per soli quattro anni (fino al 2017): alla scadenza del termine, sarebbe prevista una nuova transazione economica con lo Stato per la restituzione delle frequenze ormai “scadute”. Proprio quando nello stesso 2017, con tutta probabilità, l’Europa chiederà ai Paesi di liberare una porzione della banda 700 MHz a favore delle telecomunicazioni mobili.
Ma la partita è ancora aperta e per niente scontata. Antonio Sassano, ingegnere esperto di frequenze, durante il convegno “The Tv Universe 2012, Politics and future business” organizzato da Business International, svoltosi mercoledì a Roma, ha ribadito che non ha senso mettere a gara ora delle frequenze che, secondo l’Agenda digitale dell’Europa, le televisioni sono destinate a perdere, perché serviranno a garantire una connessione a banda larga a tutti. Sassano propone di fermare beauty contest e switch off per elaborare, entro i termini previsti da Ginevra, un nuovo Piano frequenze da coordinare con l’ITU, e una ripianificazione in grado di migliorare la copertura della Rai, aumentare le risorse per le emittenti locali, risolvere i problemi con Telecom Italia e Europa 7. E infine per creare una riserva di frequenze da mettere all’asta per operatori di rete puri oppure da tenere libere per facilitare la transizione.
Mediaset non è logicamente intenzionata a mollare l’osso, in relazione anche allo stato di crisi economica che sta passando la società di Cologno Monzese, come ha dichiarato pubblicamente Gina Nieri in tema di beauty contest e di frequenze tv nel corso dello stesso convegno: «Quello che manca è la certezza nelle regole adottate in questa competizione. È la seconda volta che vengono cambiate in corsa. In questo modo stiamo bloccando tutto, inclusa la digitalizzazione del Paese. È una vera e propria pazzia. Mediaset ha bisogno di un quadro di riferimento chiaro. Dobbiamo capire, in tempi brevi, quanta di questa banda deve andare alle telco e quanta alle tv. Stiamo giocando con la nitroglicerina e rischiamo di far implodere un sistema senza alcun motivo».
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