Beauty Contest: Mediaset e Europa 7 ricorrono al Tar

Era nell’aria da parecchio tempo. Dopo le minacce di licenziamenti del presidente Confalonieri, ecco che arriva da Mediaset l’atteso ricorso sul concorso di bellezza delle frequenze tv, sospeso per 90 giorni dal ministro Passera, in attesa della sua ridefinizione.

Il ricorso di Elettronica Industriale, portato avanti anche da Europa Way, cioè Europa 7 di Francesco Di Stefano, ha come obiettivo quello di annullare la sospensiva del Beauty Contest, e chiede di cancellare il decreto emanato dal dg del Ministero delle sviluppo Francesco Saverio Leone. Chi lo avrebbe mai detto? Mediaset e Europa 7, un tempo acerrimi rivali, ora ricorrono l’uno al fianco dell’altro per ottenere l’assegnazione gratuita dei multiplex digitali in palio nella gara non competitiva ideata dagli uomini dell’ex ministro Romani.

Ma per Mediaset la realizzazione del concorso sarebbe la misura più idonea a “contemplare le esigenze di continuità delle reti esistenti” (cioè del duopolio tv) e di “garanzia di adeguati spazi per i nuovi entranti” (che però sono praticamente assenti nella gara). Elettronica Industriale ribadisce nelle motivazioni del ricorso che il modello di assegnazione dei canali è quello usato da molti altri stati europei (Francia e UK ad esempio), dove però (dico io) non si regalano le frequenze che rimangono proprietà dello Stato, ma bensì la capacità trasmissiva delle stesse. E infine il Biscione afferma che solo con il compimento del beauty contest (e il regalo delle frequenza 58 UHF del lotto B destinanta a Mediaset) l’Europa cancellerà la procedura di infrazione sulle regole della concorrenza contro l’Italia.

Il ricorso di Europa 7 in una sorta di contralatare ricorda come è nato e come si è evoluto (in modo distorto) il sistema televisivo privato italiano, dominato da Mediaset e “caratterizzato da una mera occupazione di fatto delle frequenze al di fuori di ogni logica di incremento del pluralismo“. Le motivazioni del ricorso al Tar della televisione di Di Stefano analizzano le cause che hanno portato la Commissione europea a infliggere le note sanzioni all’Italia: ad esempio “il diritto speciale a continuare a trasmettere dato a emittenti  nazionali analogiche non titolari di concessioni (come Rete 4) sino allo switch-off del digitale”, o le concessioni date “ai soliti operatori già attivi per sperimentare sulla piattaforma digitale terrestre“. Europa 7 privata per vent’anni di una frequenza dalle proroghe e dalle leggi dei governi Berlusconi, ora critica le motivazione della sospensiva e chiede che sia riattivata la gara per avere l’uso di una seconda frequenza, nello specifico del lotto A1 del beauty contest.

Mediaset e Europa 7 infine all’unisono (strano eh?) sottolineano che la legge 88 del 2009 abbia dato forza di legge a una delibera Agcom in materia, in seguito alla sospensiva della gara pubblica. Per questo motivo i ricorrenti al Tar affermano che il beauty contest stesso “non potrebbe essere revocato o sospeso se non con un atto normativo di primo grado”, cioè con una nuova legge.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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