Tv locali: le frequenze 700 MHz non saranno destinate alla banda larga mobile

Roberto Sambuco, capo dipartimento delle comunicazioni al Ministero dello Sviluppo, e artefice e/o complice di molti dei pasticci della tv italiana, ha ribadito stamane, in occasione dell’incontro con i rappresentanti delle associazioni delle tv locali e private, ha confermato che la banda 700 MHz non verrà destinata per il momento ai servizi di banda larga mobile. Le frequenze continueranno a fornire banda alla radiodiffusione televisiva digitale terrestre, almeno fino al 2015.

Sambuco, uomo “esperto” di frequenze, al servizio di Scajola e Romani nei governi Berlusconi, e ora consulente tecnico del governo Monti sull’intricata vicenda Beauty Contest e sugli indennizzi un po’ “troppo paritari per le tv locali, smentisce categoricamente che i rappresentati del governo italiano alla World Radio Communication Conference 2012 di Ginevra (che terminerà il 17 febbraio) abbiano mai proposto l’attribuzione di questa banda (i canali 50-60 UHF) ai servizi broadband. Una proposta che ha suscitato le vivaci proteste delle stesse emittenti locali e di quelle nazionali private, tanto da arrivare alla minaccia di boicottaggio del prossimo passaggio al digitale terrestre. Il governo si allinea così al CEPT (European Conference of Postal and Telecommunications Administrations) e a Ginevra ragionerà solo sulla possibilità di mettere all’ordine del giorno del 2015 la possibilità di destinare ulteriori frequenze alle tlc.

Nella stessa riunione di oggi, dove erano presenti anche Aeranti-Corallo e FRT, le parti hanno discusso anche dei prossimi switch-off del digitale terrestre nelle regioni del sud Italia. E sono state avanzate precise richieste per rispettare la legge nella tempistica prevista per l’assegnazione delle frequenze tv e dei numeri del piano per l’ordinamento automatico dei canali (LCN), disposizioni e delibere non ancora emanate dall’Agcom. Le associazione delle emittenti locali temono che si vadano a verificare nuovamente i ritardi dei precedenti switch-off, quando le assegnazioni frequenziali sono avvenute solo il giorno prima della data di inizio dei lavori delle transizioni televisive, Gravi mancanze da parte delle istituzioni che hanno spesso danneggiato le tv regionali nella programmazione degli investimenti per la necessaria conversione tecnologica al digitale.

Fonte: key4biz.it

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