Saltano i termini per l’asta per le frequenze tv, l’ex celebre beauty contest stralciato dal governo Monti mesi fa. Secondo le fonti di CorsSera si tratta di un rinvio, uno slittamento di quasi due mesi nella decisione che dovrebbe vedere assegnate, in una gara a pagamento, le frequenze televisive alle tv nazionali. Un rinvio che però rischia di mandare all’aria i presunti ricavi dell’asta, già screditati dai principali gruppi tv del paese.
Anche perchè i problemi non sono solo di natura burocratica: c’è una sentenza del Tar del Lazio a favore di Europa 7 che assegna una nuova frequenza trasmissibile dal ripetitore di Monte Penice, si tratta sulla faticosa liberazione dei canali 61-69 UHF da parte delle emittenti locali (che attendono gli indennizzi), e si è accesa questa estate la polemica sulle recenti e controverse concessioni ventennali gratuite di frequenze alle tv nazionali.
La nuova Agcom di Angelo Cardani però ringrazierà. Secondo le indicazioni contenute nel decreto fiscale, convertito nella legge 44 del 26 aprile scorso, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 28 aprile, la gara per le frequenze televisive, che ha sostituito il concorso di bellezza indetto dall’ex governo Berlusconi, avrebbe dovuto svolgersi entro 120 giorni, ovvero entro oggi 28 agosto. Tuttavia la gara a titolo oneroso si deve basare su un regolamento che spetta all’Autorità per le garanzie nella comunicazione, sentita peraltro anche la Commissione europea visto che a Bruxelles pende anche un procedimento sul dossier. Ma, visto l’insediamento a luglio di Cardani e dei nuovi commissari Agcom, per una sorta di gentleman agreement — riferiscono fonti vicine alle parti — è stato convenuto di fare partire i 120 giorni dall’insediamento stesso.
Le motivazioni sono evidenti: l’Agcom, con tutti i suoi equilibri politici rappresentati dai 4 commissari che sono di nomina parlamentare, sarà giudicata proprio da questa prima decisione. Vista l’importanza della partita delle frequenze televisive per il Pdl ma anche, dall’altro versante, per il Pd, l’Agcom e soprattutto il neopresidente Cardani — professore della Bocconi, direttore del Bachelor of International Economics, Management and Finance e uomo di grande fiducia del premier Mario Monti — saranno probabilmente «brandizzati» per l’intero mandato sulla base delle frequenze televisive.
Gli uffici del Ministero dello Sviluppo economico, cui spetta di bandire la gara, sarebbero comunque in contatto con quelli dell’Agcom che si riunirà, dopo la pausa estiva, il prossimo martedì. È improbabile che martedì si possa arrivare a una qualunque delibera visto che sarà una riunione operativa per inquadrare l’agenda autunnale, anche se è indubbio che si parlerà del dossier oltre che dell’altra spinosa questione della banda ultralarga in Italia. Non appena il regolamento di gara arriverà al dicastero di Via Veneto «la procedura sarà subito portata avanti», rassicurano dagli stessi uffici.
Fatto sta che la nuova deadline è ora fissata per la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Ed è presumibile pensare che tutti si prenderanno per intero il tempo disponibile (entro la fine dell’anno come indicato dalla Commissione europea).
Fonte: Il Corriere della Sera