Precisa come un orologio svizzero, al mutar di sponda e di governi italici, che siano tecnici, berlusconiani o di larghe intese, ritorna la famigerata proposta per modificare la Legge sulla Stampa e introdurre il “dovere di rettifica” nel caso di “diffamazione” nei commenti pubblicati online nei blog. Il DDL è stato depositato alla Camera da Stefano Dambruoso con altri 13 deputati, tra cui Andrea Romano di Scelta Civica.
Il testo è stato depositato il 6 giugno e assegnato lo scorso venerdì alla Commissione Giustizia dove già si è avviato l’iter sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa. Di una iniziativa simile (il famoso comma 29 del DDL intercettazioni del 2011) si era fatto promotore nel 2011 anche il governo Berlusconi nell’ambito della sua campagna per limitare la pubblicazione di intercettazioni telefoniche. Ma le proposte di legge dei governi, dei senatori e dei parlamentari italiani atte a mettere un bavaglio alla Rete hanno una storia lunga e costellata di sconfitte: dalle varie proposte di legge Bavaglio, sino all’emendamento Fava, dal decreto Romani alle assurde proposte della Carlucci, fino al famigerato decreto Pisanu anti Wi-fi.
La proposta, sottoscritta da altri 13 deputati centristi tra cui Andrea Romano Mario Marazziti, estende l’obbligo di rettifica, su richiesta di chi si ritiene offeso, i siti telematici, che non hanno valenza di testate giornalistiche. Il comma, che contiene la norma anti-blog, reca modifiche all’articolo 8 della legge del ’48 e recita cosi’: “per i siti informatici, ivi compresi i blog, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate entro quarantotto ore dalla richiesta, in testa alla pagina, prima del corpo dell’articolo, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. Per chi non rispetterà l’obbligo di pubblicazione della rettifica scatterà una multa da un minimo di “euro 8.000” a un massimo di “euro 16.000”.
L’obbligo di rettifica viene esteso anche alla stampa non periodica, includendo quindi anche i saggi e i libri: la pubblicazione dovrà avvenire entro sette giorni dalla richiesta su due quotidiani a tiratura nazionale e nelle successive edizioni e ristampe con chiaro riferimento allo scritto ‘incriminato’. La proposta di legge Dambruoso, anche per le testate tradizionali, prevede che la rettifica venga pubblicata “senza commento“. Il testo cancella la pena del carcere in caso di diffamazione a mezzo stampa per un fatto determinato prevedendo solo la multa da “euro 5.000 a euro 50.000”.
Ora bisognerà vedere se la nuova proposta sulla riforma della diffamazione verrà abbinata alle altre due (una firma Costa e una a firma Gelmini del pdl) già all’esame della Commissione Giustizia di cui sono relatori Enrico Costa (Pdl) e Walter Verini (Pd). Lo stesso Dambruoso nega però che lo scopo della sua proposta sia quello di “ammazzare” i blog. Vorrà solo forse tramortire le voci libere del Web?
Documento 1165 proposta di modifica alla legge 8 febbraio 1948 n.47.
Fonti: La Stampa | repubblica.it