«Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera deve chiarire in Parlamento se intende mantenere l’impegno, sancito anche da un ordine del giorno votato alla Camera, a bandire l’asta delle frequenze dopo la ‘pausa di riflessione’ che scade il 20 aprile». A chiederlo, in una conferenza stampa congiunta, sono stati questa mattina i parlamentari del Pd Vincenzo Vita, dell’Idv Pancho Pardi, del gruppo Misto Giuseppe Giulietti, fondatore dell’Associazione Articolo 21, e alcuni rappresentanti delle emittenti locali.
«Non vorremmo pensare che il tema delle frequenze sia un tabù, il beauty contest è un’anomalia italiana perché il passaggio ‘1 a 1′ c’è già stato e Canale 5, come la Rai, sul digitale si vede», ha detto Vita, che ha chiesto che «un 30% delle frequenze siano assegnate alle tv locali comunitarie o che fanno parte di iniziative nazionali (come la ’sindycation’ che trasmette ‘Servizio pubblico’ di Michele Santoro, ndr). La nostra non è una posizione contraddittoria, vogliamo che paghino i ricchi ma che vengano tutelate con delle agevolazioni le posizioni di chi è in condizioni di mercato diverse».
Giulia Innocenzi, giornalista di Servizio pubblico, ha ricordato che sono state già raccolte oltre 140mila firme per chiedere al Governo di indire l’asta sulle frequenze tv ed ha precisato che «l’asta non andrà deserta, insieme a noi ci sono oltre 50mila cittadini pronti a partecipare all’asta». Secondo Pancho Pardi, senatore dell’Idv, «l’Italia è ancora sotto il tallone del monopolista televisivo privato (Berlusconi – ndr) che controlla anche delle reti pubbliche», mentre le tv minori vanno salvaguardate «perché il loro ruolo è decisivo per la democrazia».
Un aspetto sottolineato anche da Domenico Petrolo del dipartimento Informazione del Partito democratico, che ha ricordato la vicenda di Telejato, l’emittente siciliana «che la mafia non è riuscita a chiudere ma forse ci riuscirà il Governo con le sue leggi». Beppe Giulietti, dal canto suo, ha ricordato l’orgogliosa rivendicazione di Mario Monti al momento di assumere in Parlamento l’incarico di presidente del Consiglio, quando ricordò i suoi trascorsi all’Antitrust europea: «Faccia il Monti, se ci riesce in Italia complimenti…».
Giulietti ha chiesto che non passi sotto silenzio «la partita del presidente dell’Autorità delle comunicazioni, che deve gestire le modalità dell’asta: a Monti in privato, anche se nessuno lo ammetterà mai, è stato chiesto che sia un garante del conflitto di interessi e invece dev’essere il contrario». Infine, sulla Rai, Monti deve andare avanti con la riforma: «Nessuno farà cadere il Governo perché allontana i partiti dalla tv pubblica», ha affermato il portavoce di Articolo21. (TMNews)