La Regione Puglia ricorre al Tar contro la liberazione delle frequenze che interferiscono con le tv estere. Rischiano di chiudere 35 tv locali pugliesi.
È stato depositato al Tar Lazio giovedì 8 gennaio l’atto di costituzione col quale la Regione Puglia si associa al ricorso della REA contro la delibera dell’Agcom, che prevede la liberazione delle frequenze occupate delle emittenti televisive private locali che provocano interferenze verso i Paesi europei confinanti. Lunedì 12 verrà depositata anche la memoria difensiva in cui sarà «argomentato il pregiudizio che la comunità pugliese subisce dal provvedimento Agcom 480/14/CONS». Nel renderlo noto, il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ricorda che la battaglia a difesa del pluralismo dell’informazione televisiva è stata dichiarata dall’intera Assemblea regionale pugliese e fatta propria dalla Giunta regionale.
La Regione si costituisce davanti alla giustizia amministrativa chiedendo l’accoglimento del ricorso dell’Associazione delle antenne locali. La dismissione è conseguente ai reclami dei Paesi confinanti (Croazia, Slovenia, Malta) per le interferenze provocate da frequenze “non coordinate” in sede europea, dunque, considerate “abusive” benché siano state regolarmente pianificate dall’Agcom italiana e rilasciati diritti d’uso ventennali dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il danno è enorme. In sostanza si tratta di prevedere la chiusura di centinaia di emittenti locali con la perdita di almeno 1500 posti di lavoro.
«Consideriamo fondate le censure sollevate e valutiamo grave e irreparabile il pregiudizio derivante dal provvedimento, sul quale incide l’interesse dell’intera collettività regionale oltre a quello delle aziende televisive». L’intervento ad adiuvandum nel procedimento avviato dall’Associazione delle antenne locali (REA – Radiotelevisioni Europee Associate) è stato proposto nei tempi utili: «La Regione ora è anche legalmente al fianco delle emittenti e dei lavoratori delle nostre televisioni, a tutela delle voci del territorio, che sono le voci della democrazia», aggiunge Introna.
La richiesta al Tar Lazio – la Regione Puglia è rappresentata dall’avvocato Marina Altamura – è di annullare la delibera 480/14/CONS, che applicando la Legge statale n. 9/2014 (Modifica del Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale), prevede lo spegnimento entro il 31 dicembre 2014 di 12 canali televisivi in Puglia, sui 18 complessivi dell’offerta digitale regionale. Si stimano in un migliaio i posti di lavoro minacciati, tra giornalisti, tecnici e amministrativi, nelle 35 imprese a rischio (95 in Italia, dei 76 canali nazionali coinvolti dal provvedimento di soppressione).
Un emendamento alla Legge di stabilità nazionale ha com’è noto concesso lo slittamento al 30 aprile 2015 del termine per abbandonare le frequenze, ha costituito le basi per due gare a Beauty Contest per assegnare le frequenze libere, e ha innalzato a circa 50 milioni di euro gli indennizzi per le emittenti che libereranno volontariamente i canali. Ma le disposizioni emanate in extremis dal governo «non risolvono il problema», ripete il presidente del Consiglio regionale, che rinnova al Governo Renzi l’invito a rivedere la decisione, contenuto nell’ordine del giorno unitario approvato dal Consiglio regionale pugliese il 14 ottobre 2014.
Il 14 gennaio 2015 si riunirà quindi la Camera di Consiglio del Tar Lazio per esaminare, in via preliminare, le motivazioni esposte dalla REA a sostegno dell’annullamento della delibera Agcom 480/14/CONS che determina la dismissione di 76 frequenze televisive recentemente assegnate alle emittenti locali in seguito al passaggio alla tv digitale. Il Presidente della REA, Antonio Diomede, nel ringraziare il Consiglio Regionale Puglia e il Presidente Introna per il tempestivo e fermo intervento in favore di una causa di giustizia costituzionale, ha sottolineato «l’importanza dell’affiancamento della Regione alla causa della REA in un momento in cui la libertà d’espressione, da tutti a parole vantata e difesa, viene violentemente e costantemente attaccata nelle più disparate forme. La REA auspica che il governo Renzi si renda conto che, da anni, in Italia è in atto una vera e propria guerra delle frequenze dalla quale dipende la sorte della libertà dei singoli e delle istituzioni democratiche che rischiano di essere soggiogate dall’emergente potere mediatico delle Reti nazionali e delle Telecoms internazionali fino a sfociare in una possibile strisciante eversione legalizzata».
Fonti: reasat.eu | immediato.net | barlettaviva.it | foggiaweb.it