Gli operatori di telefonia mobile stanno diffondendo il nuovo segnale quarta banda LTE (le cui frequenze 800 MHz sono state assegnate a suon di miliardi di euro in un’asta pubblica). Purtroppo il segnale del 4G interferisce con alcune frequenze del digitale terrestre. Lo dimostrano i disservizi nati in Francia e in Inghilterra.
In particolare, con i canali tra il 58 UHF e il 60 UHF. Canali su cui viaggia il segnale dei mux TIMB, e, in alcune zone d’Italia, anche il segnale Rai. Col diffondersi dei ripetitori, per evitare l’oscuramento, dovrà essere installato un «filtro» su tutte le antenne televisive terrestri italiane, collocate nei pressi dei nuovi ripetitori in un raggio d’azione fino a 30 km. Chi non lo farà non vedrà la televisione.
Come risolvere il problema? Secondo il Ministero dello sviluppo economico basterà rivolgersi allo sportello online recentemente aperto dalla Fondazione Ugo Bordoni (helpinterferenze.it), per chiedere un intervento gratuito di un tecnico antennista. L’assistenza gratuita è però valida solo per chi è in regola coi pagamenti del canone tv. Coloro i quali non guardano e non ricevono (per scelta) la Rai, o che evadono l’abbonamento/imposta della tv pubblica, saranno costretti a installare i filtri a proprie spese oppure si troveranno con la tv oscurata.
Ma c’è di più: non è ancora chiaro a chi spetterà installare questo filtro. Potranno essere operai comuni o dovranno essere installatori qualificati? Non solo: qualora l’utente finale non sia nelle condizioni di ricevere il tecnico a casa e chieda il mero recapito del filtro, dovrà firmare una liberatoria che esonererà gli operatori di telefonia da qualunque responsabilità, in caso di mancata ricezione del segnale televisivo.
«Il Ministero dello sviluppo economico sembra intenzionato a utilizzare il regolamento sui sistemi di comunicazioni mobili di nuova generazione (LTE) per rendere un po’ meno rosso il bilancio della Rai», denuncia l’Aduc. «La situazione è destinata a esplodere. Gli operatori mobili stanno estendendo la copertura LTE proprio in questi giorni. Potrebbero essere circa un milione di famiglie, secondo stime preliminari della Fondazione Ugo Bordoni: alcuni avranno immagini disturbate, altri perderanno del tutto il segnale tv. Al momento i gestori telefonici hanno evitato di usare queste frequenze, ma lo faranno nelle prossime settimane: allora il problema delle interferenze scoppierà in tutta evidenza», conclude in una nota l’associazione di consumatori.
Il regolamento predisposto dal ministro dello sviluppo economico non è ancora stato emanato, ma fa già discutere gli operatori del settore. Il provvedimento delega un operatore call center (della Fondazione Ugo Bordoni) a decidere se inviare un tecnico per l’installazione del filtro (pagato dagli operatori telefonici) o se inviare direttamente il filtro agli utenti finali. Ma se l’utente, come detto, non è in regola col pagamento del canone Rai, non avrà diritto al servizio di installazione pagato dai gestori telefonici. E neanche al mero recapito del filtro al proprio domicilio. E nei casi di antenna centralizzata, potrebbe perfino succedere che venga imposto agli amministratori di condominio di certificare la regolarità di tutti i condomini nel pagamento del canone Rai.
Inoltre, ad allarmare gli installatori è quanto previsto all’art. 4, comma 2, della bozza di provvedimento, in cui si parla degli interventi di mitigazione delle interferenze sugli impianti di ricezione della tv digitale. Perché l’operazione relativa a questi interventi viene definita dalla bozza come attività di «manutenzione ordinaria». E, in quanto tale, non necessita dell’intervento di un’impresa abilitata, né del rilascio della relativa dichiarazione di conformità.
Infatti, ai sensi del dm 37/08, le attività di ordinaria manutenzione sono definite: «Interventi finalizzati a contenere il degrado normale d’uso, nonché a far fronte a eventi accidentali che comportano la necessità di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell’impianto su cui si interviene…». Nella bozza del nuovo regolamento, invece, si parla esplicitamente di «eventuale installazione di un filtro che deve rispettare le caratteristiche tecniche specificate nella Guida Cei 100-7»; cioè di un filtro, finalizzato a mitigare le interferenze del nuovo segnale LTE, non presente, dunque, nell’impianto.
Da qui l’allarme degli operatori, che non considerano l’installazione del filtro attività di mera manutenzione ordinaria. Alberto Zanellati, coordinatore del settore impianti d’antenna di Cna Installazione impianti spiega che «l’installazione del filtro interdice in forma permanente il passaggio dei canali televisivi nella banda 800 MHz configurandosi di fatto come una vera e propria modifica dell’impianto stesso». Di conseguenza «l’operazione va ritenuta a tutti gli effetti intervento di manutenzione straordinaria e, come tale, soggetta alle prescrizioni del dm 37/08 che prevedono l’obbligo del committente di affidare i lavori a una impresa abilitata con il relativo rilascio della dichiarazione di conformità».
Il rischio che paventano gli antennisti Cna è che qualora l‘installazione di questi filtri venisse considerata attività di manutenzione ordinaria, «ci si troverebbe di fronte a una situazione in cui chiunque potrebbe salire sui tetti a installare i filtri, con buona pace delle misure relative alla sicurezza e alla funzionalità degli impianti». Tra l’altro, la bozza di regolamento prevede anche la sottoscrizione di una liberatoria da parte dell’utente in caso di mera consegna del filtro.
In essa, l’utente dovrà dichiarare che l’installazione del filtro sull’impianto di antenna avverrà a sua cura e spese e che con la consegna del filtro non avrà nulla a pretendere per le interferenze generate dalle stazioni base LTE attivate in banda 800 MHz. Bene, per Zanellati si tratta di «un modo maldestro per scaricare sull’utente l’aspetto più critico dell’operazione». In sostanza, l’utente finale sarà lasciato solo, nonostante «non certo per sua colpa si vedrà inibita la visione di canali tv digitali per l’introduzione di sistemi di nuova generazione LTE, a meno che non faccia installare a sue spese il filtro che elimina le interferenze».
Fonti: Aduc | ItaliaOggi