Nulla di fatto in Lega A sul pasticcio dei diritti tv. Nella sede milanese della Lega Calcio l’ennesima riunione, svoltasi ieri, tra i rappresentati dei 20 club di Serie A, ha evidenziato le solite e quasi insanabili spaccature di un mondo del pallone sempre più in crisi e sempre più distante dalle realtà del mercato tv.
L’argomento discusso riguarda la proposta al ribasso dell’advisor Infront da 900 milioni l’anno per 6 lunghi anni sui diritti televisivi del massimo campionato italiano.
Ieri i famosi 7 sette club ribelli (Juve, Fiorentina, Roma, inter Sampdoria, Verona e Sassuolo), per cercare una mediazione, hanno lanciato l’idea del 3+3: vale a dire, si al prossimo triennio con Infront con un rinnovo automatico per altri tre anni, ma solo al raggiungimento di determinati risultati economici. In più calcolare la fideiussione sull’incassato e non sul venduto (per arginare i casi Dahlia Tv miseramente fallita). E soprattutto i sette chiedono di separare i diritti nazionali da quelli internazionali, non solo prevedendo commissioni differenziate per l’advisor, ma anche adottando modalità di vendita diverse.
Al termine dell’assemblea informale, Claudio Lotito, presidente della Lazio, ha rilasciato alcune dichiarazioni raccolte da repubblica.it: «Abbiamo rimandato tutto alla prossima settimana. Ci sono ancora alcuna cose da approfondire e da discutere». Anche Rinaldo Sagramola, amministratore delegato della Sampdoria, è intervenuto sull’argomento: «Noi riteniamo sia giusto andare avanti con l’advisor Infront, che riteniamo abbia fatto un ottimo lavoro, in questi anni. L’interesse della Lega è quello di evitare una posizione dominante e di mantenere più soggetti concorrenti. La nostra idea sarebbe quella di poter vendere poi tramite pacchetti i diritti per l’Europa, per poter guadagnare di piu».
Il presidente Maurizio Beretta confida in un accordo già nella prossima riunione, prevista per venerdì prossimo 8 novembre: «questi incontri servono a mettere a fuoco agenda e tempi. Un nostro canale tv? Abbiamo chiesto uno studio di fattibilità, ma oggi abbiamo parlato soprattutto delle aspettative di mercato dei club. Come da copione, è stata una riunione informale in cui si è ragionato sulla proposta di Infront per i prossimi due trienni – spiega il n.1 di via Rosellini – abbiamo preso in considerazione eventuali adeguamenti e richieste di approfondimenti che saranno proposti dalla Lega e capito meglio le aspettative dei club». L’assemblea è invece fissata per il 15 novembre.
Infront Italia fa capo a Marco Bogarelli, manager con un passato vicino al mondo Fininvest e un presente in Infront Sports & Media di cui è uno dei 5 membri del board e tale è rimasto anche dopo che la holding svizzera è stata acquisita nel 2011 dal fondo di private equity britannico Bridgepoint che già controlla la Dorna, l’organizzatrice e detentrice dei diritti tv di MotoGp e Superbike.
In Italia però Infront è un advisor particolare, ci racconta Stefano Carli da Repubblica Affari&Finanza. Non si limita a preparare i pacchetti da offrire alle pay-tv e a scrivere un bando di gara (attività che nel resto d’Europa comporta qualche mese di lavoro un compenso da studio legale, di qualche milione al massimo), ma si è ritagliato un ruolo che accompagna tutta la durata del contratto e per cui riceve un compenso proporzionale agli introiti prodotti per la Lega e che in questi anni di contratto è oscillato tra i 30 e i 40 milioni l’anno. Prende cioè da sola più di una squadra minore della Serie A. In più si fa pagare da 18 squadre su 20 l’organizzazione delle riprese tv negli stadi (solo Juve e Napoli fanno da sole) e da 13 squadre su 20 la commercializzazione di altri diritti legati al marchio. Tutto questo per dire che il contratto Infront ha un costo che pesa, specie in questi tempi di vacche magre.
Ma l’impero dell’advisor “dominante” ha cominciato quest’anno a vacillare. Si sono rincorse voci di offerte da parte di advisor concorrenti (da quella dell’americana Img fino a Wasserman (advisor della Premier League), KPMG e Price Waterhouse&Coopers , poi smentite con tanto di querela al Corriere della Sera. E soprattutto è scoppiato l’ammutinamento dei 7 club “ribelli” che hanno puntato il dito contro la poca trasparenza sulla vendita dei diritti esteri, da cui la Serie A ha incassato una media di 110 milioni l’anno mentre alcune testimonianze indirette (di documenti in Lega non se ne sono visti) parlerebbero di una vendita per un valore complessivo sopra i 200 milioni. La Premier League ne incassa invece 900 dalle tv estere, dopo aver incamerato 1,3 miliardi dalla vendita dei diritti in casa, a BSkyB e a Bt.
Nel 2008 la Lega Calcio preferì l’offerta di Infront Italia a quella di concorrenti di peso, come Img e Kpmg e Price Waterhouse & Cooper, che pare si siano ripresentati ora. Infront venne preferita perché si era impegnata a garantire un minimo contrattuale annuo di 900 milioni per i diritti italiani, cosa che le altre società non ritennero di poter fare. Di fatto la scorsa estate si è scoperto che la garanzia presentata da Infront Italia altro non era che una lettera di patronage della sua capogruppo. Secondo la Infront un documento valido e bancabile: per ottenere anticipi, per esempio, visto che i club ottengono il controvalore dei diritti diluiti nel corso dell’anno mentre hanno bisogno di risorse a inizio campionato per le campagne acquisti. E di fatto nessuno ha mai messo alla prova il valore della garanzia di Infront perché quando alcuni club hanno effettivamente chiesto anticipi alle banche, hanno portato non il contratto con Infront ma quello con la Lega, che nessuno istituto si è sognato di mettere in dubbio.
Ma il vero capolavoro Infront l’ha messo in carniere quando è riuscita a ottenere dalla Lega, due anni fa, di farsi prolungare il contratto fino a tutto il 2016. Ciò vuol dire che non solo la prossima assegnazione triennale, che si terrà l’anno prossimo, ma anche il primo campionato dei tre che si terranno tra 2015 e il 2018 non potranno non essere di sua spettanza. Infront, non contenta, chiede di prolungare la sua esclusiva fino al 2021. Le pay-tv vogliono muoversi su contratti pluriennali e quindi non si può certo spacchettare il triennio. Quindi, fino al 2018 Infront è sostanzialmente a posto perché la Lega si è praticamente legata le mani da sola.
La battaglia dei sette 7 “ribelli” nasce dal timore che la situazione resti bloccata per ben otto anni e che le cose non possano andare bene come fino ad oggi. E allora i club della Lega A si sono chiesti: perchè non mettere in vera competizone Sky e Mediaset per massimizzare gli introiti? Finora la tv ha pagato al calcio italiano un miliardo di euro l’anno. Cifra che ne fa uno dei campionati più cari che ci sia in circolazione. Ma Andrea Zappia, ad di Sky Italia, ha già fatto sapere che, con l’attuale divisione tra piattaforme, la pay-tv satellitare non sarà più disposta a pagare i diritti dei match di Serie A più del doppio rispetto a Mediaset sul digitale terrestre pay, se non si attiveranno dei veri pacchetti di esclusive. Sky paga infatti 570 milioni di euro l’anno per tutte e 380 le partite di Serie A. Mediaset ne paga quest’anno 270, meno della metà, con una cinquantina di partite in meno (ma i big match e i derby ci sono tutti) . C’è da dire che il contratto risale a prima del fatidico Switch-off del digitale terrestre, quando la copertura era ridotta. Oggi le cose sono cambiate, e di molto, e Mediaset punta a mantenere lo status quo con Infront.
L’ipotesi della pay-tv della Lega, sempre secondo La Repubblica, pare essere tramontata sul nascere: anche se le riprese delle partite sono già gestite da Infront, sarebbe complicato mettere in piedi e rendere redditizio in pochissimo tempo un sistema con piattaforme e codifiche (satellite, terrestre, Internet, cellulari e tavolette), billing, gestione abbonati, pubblicità e marketing. Una soluzione che graverebbe sui conti dei club, caldamente osteggiata da Galliani, che è pronto a confermare ad occhi chiusi il contratto a Infront (e con Mediaset). Palla al centro venerdì prossimo in Lega.
Fonti: calciopress.net | sport.repubblica.it | pianetazzurro.it | La Gazzetta dello Sport