«Dopo due consultazioni pubbliche e un’indagine conoscitiva, se la settimana scorsa avessi portato un testo di Regolamento sarebbe stato quello già approvato dal Consiglio. Sarei venuto a raccontare della decisione presa. Se non l’ho fatto è stato per rispetto verso il Parlamento che mi ha convocato. E’ stato proprio un atto di riguardo verso il Parlamento. Non ci saranno altri schemi, stiamo maturando la decisione finale». E’ questo uno dei passaggi del seguito dell’audizione del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò al Senato, sul diritto d’autore su Internet.
«La novità cui ho auspicabilmente collegato l’adozione del regolamento è, come ho detto la volta scorsa, che veda la luce una norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio – ha spiegato Calabrò -. Una norma di interpretazione autentica che renda leggibile per tutti, e non solo per i giuristi, il combinato disposto delle norme sulle quali si fonda la nostra legittimazione ad intervenire». Il presidente Agcom ha poi sottolineato che l’art. 21 della Costituzione «si applica anche alla rete», che l’Autorità non ha mai ipotizzato «alcuna forma di censura preventiva» e che «il web amatoriale non è toccato». «Il nostro obiettivo d’azione – ha detto Calabrò – è contrastare la pirateria massiva ed industriale che depaupera l’industria creativa».
«Il presidente Calabrò ha confermato per l’ennesima volta la necessità di una norma interpretativa, che egli stesso avrebbe richiesto al sottosegretario Catricalà, che legittimi il ruolo di Agcom nel disciplinare il diritto d’autore su internet», hanno affermano i senatori del Pd Luigi Vimercati e Vincenzo Vita al termine dell’audizione di Calabrò. «Stando alle parole del presidente dell’Agcom il regolamento è pronto e l’Autorità attende solo la norma del Governo per approvarlo. Neanche questa volta si è riusciti a vedere una bozza del regolamento» commenta l’Associazione Agorà Digitale che chiede al governo «un segno di discontinuità» in materia.
Ma i tempi per approvare ed emanare le disposizioni sul Copyright, sicuramente necessarie ma altrettanto pericolose, si fanno veramente stretti, con il mandato dell’Agcom agli sgoccioli. I senatori Vita e Perduca del Pd invitano infatti l’Autorità a farsi da parte per dare spazio in materia al Parlamento e al nuovo consiglio Agcom. Secondo La Repubblica il disegno di legge sarebbe a cura di Paolo Peluffo, sottosegretario all’Editoria, ma di fatto è stato già redatto (in bozza) da Antonio Catricalà, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio e ex presidente dell’Antitrust. E pare tuttavia che il dl si limiti a dare ad Agcom il potere di regolamentare e poi sorvegliare il fenomeno del diritto d’autore in rete.
Il gioco a nascondino di Calabrò, che non ha ancora presentato un vero e proprio testo di delibera al Parlamento, ispira però dei leciti sospetti sul suo contenuto (sempre se esiste). «Consapevoli che una riforma del diritto d’autore sia necessaria, – afferma Agorà Digitale – riteniamo però che sia essenziale da parte dell’esecutivo esplicitare quanto più possibile l’assenza di un’azione repressiva e lesiva delle libertà di informazione ed espressione che caratterizzano Internet. Per questo, inoltre, – conclude l’Associazione – invitiamo i parlamentari di ogni schieramento a presentare da subito un’interpellanza urgente ai sottosegretari alla presidenza del Consiglio Catricalà e Peluffo, affinchè possano rendere edotti il Parlamento e i cittadini circa i contenuti di detta norma, consentendo altresì al legislatore di partecipare alla realizzazione di una così importante riforma».
Fonti: Ansa | La Repubblica | La Stampa
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