«Misurare la tv su tablet e smartphone. Con il tablet che sembra destinato a crescere moltissimo». E’ questo il prossimo impegno dell’Auditel, la società che raccoglie e misura i dati d’ascolto tv in Italia, accusata sempre più spesso da alcuni broadcaster (come Sky e La7) di non essere in grado di analizzare le audience reali del mercato tv in continua evoluzione tecnologica.
La società di rilevazione, nata a Milano nel 1984, monitora ogni giorno lo share televisivo con il famoso e ristretto campione di 5.666 famiglie (400 straniere), composte da 14.700 utenti e attraverso 10.520 apparecchi meter. Ma ciò evidentemente non basta più con l’avvento della tv digitale (satellitare e terrestre), della tv convergente connessa alla rete Internet, e delle nuove modalità di consumo.
Intervistato da ilvelino.it, il direttore generale dell’Auditel Walter Pancini afferma che «da anni stiamo lavorando, con il nostro comitato tecnico, su quella che si chiamava l’agenda del futuro e che ora è diventava l’agenda del presente per risolvere alcuni nodi. Un primo passo, già dal 2011, è stato fatto con l’audience in differita (time shifted viewing) cioè gli ascolti registrati che noi riattribuiamo entro sette giorni».
«Poi – continua Pancini – abbiamo introdotto la rilevazione dell’ascolto degli stranieri attraverso una ricerca inedita condotta a partire dai luoghi di aggregazione. Quindi abbiamo voluto intercettare l’audience su pc. Per questo – ha ricordato Pancini – nell’aprile del 2012 abbiamo battezzato l’operazione ‘extended screen’. E dal 2013, avendo iniettato un ‘meter virtuale’ nei computer, anche questo dato (suppur piccolo e marginale) viene riattribuita».
«Ma attenzione – ha precisato il direttore dell’Auditel – le misurazioni su smartphone e tablet non sono ascolti familiari ma individuali. Un nuovo modo di fruire la tv. Presto con Nielsen faremo test e sperimentazioni. Lo stesso stanno facendo a livello internazionale tutti i player più importanti. Siamo tutti agli stessi blocchi di partenza verso il futuro. C’è un forte interesse delle imprese per pesare anche questi fenomeni. Così come Nielsen – che ha un accordo con Twitter – sta misurando anche i commenti televisivi sui social».
Per quanto concerne la tv on demand, il vero punto di svolta negli ascolti della tv convergente, Auditel è ancora ferma al palo. Per Pancini «occorre uno sforzo straordinario di collaborazione tra la ricerca, il mercato e i broadcaster. Servirà una gigantesca operazione di taggatura o di watermarking per attribuire i contenuti all’origine. C’è insomma un grande cantiere aperto che riguarda sia i tablet, sia gli smartphone sia l’on demand. Un cantiere che necessita della collaborazione di tutti i player. Ma sia chiaro che il grosso dell’ascolto in Italia lo fanno ancora le grandi televisioni generaliste. E crescono… L’Internet Tv – causa anche il digital divide – non sarà un fenomeno esplosivo, direi piuttosto – ha concluso Pancini – integrativo».
Secondo gli ultimi dati Auditel aggiornati a marzo 2014, relativi alla penetrazione della tv nelle abitazioni degli italiani, la televisione digitale terrestre, con i suoi 198 canali nazionali e 182 locali, è accessibile al 95,8% della popolazione. Il 17,8% degli italiani, invece, è raggiunto dalla tv satellitare a pagamento di Sky. E il 13% dal satellite gratuito alternativo al digitale terrestre di TivùSat. Per quanto attiene la quota d’ascolti, invece, al digitale terrestre va l’83,7%, al satellite il 16,2%, mentre la tv via internet registra (secondo Auditel) lo 0,1%. Ultimo dato, infine, per l’ascolto differito, che l’Auditel ha iniziato a monitorare dal maggio del 2011: vale solo lo 0,5% del totale dello share.
Ricordiamo che Auditel, società suddivisa in quote e gestita da un Comitato Tecnico composto da 3 rappresentati Rai, da 3 di Mediaset (RTI), da altri 4 dell’Asscom e di Unicom (che rappresentano agenzie e centri media della pubblicità), più uno di LA7, uno della Fieg, uno di Sky, uno dell’Atdi, uno di Aeranti-Corallo e uno appena entrato di Discovery Italia, è stata sanzionata nel dicembre 2011 dall’Antitrust per abuso di posizione dominante, e pratiche commerciali scorrette in seguito al reclamo presentato da Sky (allora fuori dal Comitato).
Fonte: ilvelino.it