I big della televisione generalista, Rai, Mediaset e Telecom Italia Media sono fuori dall’asta per le frequenze. MF – Milano Finanza lo scrive ieri in occasione di una nota diffusa dall’Authory per le comunicazioni che dichiara che sta facendo ulteriori approfondimenti in vista delle regole per la gara, relativi alla composizione dei lotti e al numero di canali da riservare all’asta.
Il presidente dell’Autorità, Angelo M.Cardani che spiega come «l’Agcom stia assolvendo ai compiti che la legge le ha assegnato ponendo particolare attenzione alla risoluzione di criticità esistenti, in un’ottica di sviluppo futuro del settore e di utilizzo efficiente delle risorse». Il Garante ha concluso il primo giro di consultazioni per redigere ex novo il bando di gara per la vendita dei mutiplex digitali (il governo Berlusconi aveva stabilito l’assegnazione gratuita delle frequenze 61-69 UHF, l’esecutivo Monti ha deciso di venderle al miglior offerente).
«Il consiglio dell’Autorità – ricorda il presidente – ha approvato lo scorso 17 dicembre uno schema di provvedimento che è stato tempestivamente trasmesso alla Commissione europea. In quella sede l’Agcom si è riservata di concludere gli approfondimenti tecnici volti a migliorare la qualità dei multiplex messi a gara, attraverso la soluzione di problemi di interferenze che sono stati segnalati nel corso della consultazione pubblica».
«Gli approfondimenti, relativi alla composizione dei lotti e al numero delle frequenze da riservare all’asta, sono finalizzati – rileva Cardani – a correggere distorsioni stratificate e a raggiungere alcuni obiettivi strategici. In particolare – spiega l’Authority – gli approfondimenti sono finalizzati a un miglioramento del grado di concorrenza tra operatori esistenti e soggetti nuovi entranti, in linea con quanto emerso nell’interlocuzione condotta con la Commissione, anche attraverso la soluzione delle criticità evidenziate e il miglioramento dei lotti a gara riservati ai nuovi entranti; a una più efficiente utilizzazione delle frequenze televisive nel rispetto del coordinamento internazionale e tenendo conto del futuro sviluppo della banda larga mobile (LTE); a un miglioramento della copertura ed un consolidamento di tutte le reti di diffusione radiotelevisiva, in particolare di quella del servizio pubblico».
Come anticipato da La Repubblica e ripreso nei giorni scorsi da Tv Digital Divide, i lotti messi all’asta non sono più di cinque multiplex ma solo di tre piattaforme di canali: verranno vendute solo le frequenze che coprono oltre il 90% del territorio e che danno luogo ad una concessione ventennale e non quinquennale. La decisione di Marcello Cardani e colleghi tira fuori tutti i network preesistenti sulla piattaforma televisiva digitale (appunto Rai, Mediaset e Telecom Italia) e permetterà solo ai nuovi entranti, Sky e Discovery Channel in primis, di partecipare all’asta.
Il governo si attendeva un miliardo di euro da questa asta ma è lecito ridurre di almeno la metà l’incasso previsto. Gli altri due multiplex che inizialmente erano stati messi all’asta andranno invece agli operatori telefonici e quindi in questo caso rientrerà in gioco Telecom Italia. L’Agcom, che punta ad raggiungere l’obiettivo di aumentare la concorrenza nel mercato tv italiano, come imposto dalla Commissione europea (pena pesanti sanzioni), assicura che migliorerà il pacchetto di lotti a gara riservati ai nuovi entranti: una conferma che ai nuovi entranti saranno alla fine riservati i tre multiplex.
«L’Autorità – conclude il Presidente – confida di poter concludere in tempi brevi il proprio lavoro e di trasmetterne quanto prima gli esiti alla Commissione europea ai fini della definitiva approvazione del provvedimento. Ottenuta la quale, le regole di gara saranno tempestivamente trasmesse al Ministero dello Sviluppo economico cui la legge assegna il compito di effettuare l’asta».
Fonti: MF | TMNews
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