Relazione annuale Agcom: nel settore tv Sky regina dei ricavi, Mediaset supera Rai
Secondo la consueta Relazione dell’Autorità di Garanzia per le comunicazioni presentata ieri in Parlamento, il comparto radio-televisivo registra un calo dell’1,5% dal 2013 al 2014. La tv gratuita ottiene ricavi per 4546 milioni e registra un netto ribasso del 3,3%, mentre la tv a pagamento cresce dell’1,4% ottenendo 3370 milioni di euro di ricavi. La radio invece con 610 milioni di ricavi perde il 2,8% nel periodo sopra indicato.
Distinguendo i due ambiti di mercato della televisione in chiaro/gratuita e a pagamento, si osserva secondo l’Agcom, come la tv in chiaro produca tuttora la parte più consistente degli introiti, anche se il divario rispetto alla pay-tv è andato riducendosi negli ultimi anni, soprattutto a causa dell’andamento fortemente negativo registrato dalla tv gratuita.
Secondo lo studio dell’Agcom nel settore tv la componente pubblicitaria rappresenta ancora nel 2014 la fonte di ricavo prevalente per le imprese del settore, pesando per oltre il 40% sulle entrate complessive. Un’incidenza non molto inferiore (37%) sul totale è esercitata dalle offerte televisive a pagamento (incluse quelle sul web), mentre più contenuto (19%) è il peso del canone corrisposto dai cittadini per la detenzione degli apparecchi televisivi .
L’esame della ripartizione delle risorse economiche tra gli operatori conferma la presenza di tre gruppi principali (Sky, Mediaset e Rai), che congiuntamente detengono quasi il 90 % dei ricavi totali. Gli assetti di mercato della televisione in chiaro e quella a pagamento manifestano, in entrambi i casi, una situazione di elevata concentrazione . In particolare, nella tv gratuita, sebbene si riscontri una diminuzione delle quote dei primi due operatori, si conferma il ruolo preponderante di Rai, che detiene una quota superiore al 47% , seguita da Mediaset, con una quota di circa 35% .
Nella tv a pagamento, il numero di operatori con quote di ricavi rilevanti si riduce a due: 21 st Century Fox / Sky Italia, leader nel mercato della pay-tv (attraverso la piattaforma satellitare) con una quota che nel 2014 supera l’80%, e Mediaset, che con Premium possiede una quota di mercato pari al 19% . L’indice di concentrazione del mercato della televisione a pagamento risulta stabilmente al di sopra dei 6.500 punti.
Audience. Rai e Mediaset, con quote di ascolto rispettivamente del 38% e 33%, rimangono di gran lunga gli operatori principali, pur totalizzando share inferiori rispetto al 2010 . Tra i restanti operatori, Sky e Discovery mantengono quote comprese tra il 6 % e il 7% , mentre la quota di La7 rimane al di sotto del 4%.
Sky resta regina dei ricavi tv in Italia nel 2014, con una quota del 34,1% (in crescita dell’1,4%). Mediaset si riprende il secondo posto, toltole nel 2013 da Rai. Ora il Biscione ha una quota del 27,8% (-0,7%), Rai ha una quota del 27,2% (-1,5%). Seguono Discovery (1,9%) e Gruppo Cairo (1,7).
«Anche il servizio pubblico non si sottrae alle sfide poste dal nuovo quadro digitale e convergente», ha sottolineato Cardani. «Al riguardo la prossima scadenza della concessione alla Rai, prevista per la metà del 2016, costituisce un’occasione per interrogarsi sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo contesto e, in particolare, sulla capacità di mantenere elevati standard di qualità ed autorevolezza dei contenuti, nello scenario multipiattaforma che costituisce il naturale orizzonte del servizio pubblico del prossimo decennio».
«Il canone – ha ricordato il presidente Agcom – è la principale fonte di finanziamento del servizio pubblico rappresentando il 61,3% del totale delle risorse economiche della Rai. Pertanto una riforma del sistema di finanziamento pubblico nel segno della semplificazione, della perequazione sociale e dell’effettività della riscossione è certamente auspicabile, tanto più se accompagnata da un recupero di efficienza dell’azienda nel segno della trasparenza, indipendenza e accountability e dall’individuazione di una nuova missione di servizio pubblico in questa era sempre più digitale e convergente».
Fonti: Ansa | repubblica.it | agcom.it