Rai: l’ira dei corrispondenti dall’estero “Viale Mazzini vuole cancellarci”

Da un articolo di Aldo Fontanarosa su La Repubblica del 28/12/2011:

Roma – I corrispondenti esteri della Rai non si sentono vecchi, pigri e spendaccioni, come li descrive il Piano di Emergenza che la tv di Stato ha preparato in questo fine anno. Un Piano che punta a chiudere sette uffici di corrispondenza (come Madrid, Mosca e Nuova Delhi); a portare i giornalisti operativi di New York a tre (invece di sei); a disdire il fitto di quasi tutte le sedi estere (sistemando i cronisti Rai negli uffici dell`agenzia americana Associated Press).

Portavoce delle preoccupazioni dei corrispondenti della Rai è Alberto Romagnoli, fiduciario sindacale della categoria, a sua volta corrispondente da Parigi. Dice Romagnoli: «Il Piano della tv di Stato contesta il fatto che i nostri servizi siano confezionati con il supporto di una troupe, di un producer, di un fonico. E’ come sorprendersi se una macchina ha bisogno di un volante o del cambio perviaggiare. Alcuni servizi, se destinati ai Tg delle tre principali reti, richiedono ancora uno sforzo produttivo complesso. In altre circostanze, viceversa, anche i giornalisti Rai realizzano i loro contributi in modo più veloce e flessibile. Mi riferiscono, ad esempio, ai colleghi di Rai News 24».

«Noi non siamo contrari a riorganizzare il lavoro e a fare la nostra parte, in un momento di crisi. La sensazione però è che la Rai non voglia riformare il nostro settore, semmai amputarlo. Penso all’intenzione di dirottarci negli uffici della Associated Press dove dovremmo servirci degli strumenti di lavoro di questa agenzia. Oggi noi godiamo di una piena autonomia produttiva. Se in questo momento un pazzo sparasse a Sarkozy, io sarei in grado di andare in diretta tempo cinque minuti. Non potrei fare lo stesso dagli studi dell’Associated Press, dove avrei bisogno di fare una prenotazione, di aspettare il mio turno. L’Associated Press, poi, non regalerà le sue strutture. Siamo davvero certi che arriveranno i risparmi sperati? E i direttori dei telegiornali, loro sono stati informati sul Piano? A me risulta di no. E Mediaset, poi: qualcuno si è accorto forse che si sta rafforzando all’estero?».

Sul Piano di Emergenza Rai, che porterà secondo i dirigenti Rai 94,8 milioni di euro di risparmi, interviene anche il Codacons che si chiede come mai la televisione di Stato voglia ridimensionarsi malgrado abbia appena incassato un aumento del canone (pari a circa 40 milioni di euro in più rispetto al 2011). L’associazione dei consumatori intima poi ai manager di Viale Mazzini di tagliare i veri sprechi – «come i soldi pagati ai calciatori per una banale apparizione a “Ballando sotto le stelle“» – invece di colpire la qualità del prodotto e dell`informazione.

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