Il ministro Corrado Passera lo ha detto esplicitamente: «non esistono nè i modi e nè i tempi per una modifca concreta della governance della Rai». L’affermazione dell’ex ad di Intesa San Paolo ha spiazzato le parti politiche che spingono per la riforma della tv pubblica, primo fra tutti il Pd.
Secondo Amedeo La Mattina de La Stampa, il segretario Bersani cova il sospetto del solito inciucio politico nel quale lo stesso Passera d’intesa col Pdl potrebbe concedere la consueta lottizzazione delle poltrone di viale Mazzini in cambio di una parziale modifica della gara per le frequenze televisive, attese a gratis o fortemente scontate da Berlusconi e Mediaset. I «cattivi pensieri» di Bersani dovrebbero essere fugati forse dal presidente del Consiglio Mario Monti questa sera nella riunione tra i vertici di governo e dei partiti.
Se invece si arriverà a un semplice rinnovo del Cda Rai, nominato per 7/9 dalla Commissione di vigilanza come stabilisce la Legge Gasparri, come vorrebbe il Pdl, la riforma dell tv pubblica verrà rimandata a tempo indeterminato, e probabilmente sarà affrontata da un nuovo governo dopo le elezioni.
Fonte: La Stampa