«Fare luce sui conti e sugli sprechi della Rai è molto complicato, bisogna superare tanti muri. Ma io credo nel nostro lavoro e nel miglioramento di quest’azienda», afferma il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico intervistato da Il Fatto Quotidiano.
Il deputato grillino ci prova (a suo modo) da 13 mesi, cercando di svelare conti e sotterfugi. «Siamo riusciti a bloccare un finanziamento di 750 mila euro a Cl per il Meeting di Rimini (la Rai voleva dare 250 mila euro all’anno a Comunione e Liberazione per un triennio di esclusiva sulla manifestazione). Ma quando abbiamo chiesto di avere l’elenco di tutte le commesse esterne, in Viale Mazzini si è alzato un vero e proprio muro di gomma». E ammette che «i poteri della Commissione sono limitati. E il grande problema rimangono gli appalti esterni da un miliardo e 300 milioni».
«Siamo intervenuti in diversi casi. – afferma Fico – Mesi fa stavano presentando emendamenti in Senato per aumentare il canone Rai, così da dare soldi alle tv regionali private. Siamo riusciti a farli ritirare. Il primo nodo che ha affrontato la commissione è quello degli appalti esterni, un giro d’affari da un miliardo e 300 milioni. La grande difficoltà è stata quella di acquisire tutte le informazioni e tutti i dati. Ci sono situazioni ancora aperte dopo oltre un anno. Ottenere le cifre non è facile. All’inizio la Rai è stata molto reticente. Ma con il tempo abbiamo ottenuto informazioni che la Commissione non aveva mai avuto prima».
Fico racconta di avere ottenuto dei dati sulle fasce di stipendio dei dirigenti, sia giornalisti che amministrativi. E la lista dei fornitori della Rai, iscritti a un elenco dopo aver superato un’istruttoria. Gli stipendi secondo Fico pesano sui conti dell’azienda, «ma di sicuro non quanto gli appalti esterni o le funzioni affidate a persone fuori dall’azienda. Ogni tre anni il nuovo dg nomina dirigenti in ruoli apicali, tutti a tempo indeterminato. E così abbiamo il paradosso che il dg, essendo a scadenza, se ne va, ma i “suoi uomini” restano. Aggiungendosi agli altri già nominati». Ci vorrebbero nomine a tempo. «Ma lo deve decidere il Parlamento, con una legge».
«Per ora la spending review del governo l’hanno fatta solo a danno della Rai, togliendole 150 milioni ricavati dal canone per coprire parte del decreto Irpef sugli 80 euro». Il presidente della Commissione Vigilanza afferma di avere chiesto al dg Gubitosi e alla presidente Tarantola la lista delle aziende che intrattengono rapporti con la Rai, e il costo totale degli appalti concessi con bandi pubblici negli ultimi cinque anni. Risposta: ne riparleremo dal 1° settembre.
Fonte: Il Fatto Quotidiano