Il 2011 è stato l’anno dei flop, clamorosi e non, della televisione. E anche se il duopolio televisivo italiano di Rai e Mediaset è sempre vivo e vegeto, continuano a verificarsi i cali d’ascolto delle tv generaliste, la disaffezione del pubblico ai programmi vecchi e nuovi, e la conseguente perdita nella raccolta pubblicitaria.
Se si da uno sguardo ai numeri, che Auditel distribuirà tra qualche giorno, si può comprendere da subito che le stagioni d’oro della tv sono lontane anni luce. Dal 2001, in dieci anni, le sei reti del duopolio hanno perso più o meno il 20% di share del loro ascolto e oltre la metà di questa dote di audience concessa alla concorrenza (tra nuovi canali digitali e La7) è tutta sulle spalle di Rai 1 e Canale 5.
Rai 1 chiude il 2011 con 19,02% di share in prima serata e 18,96% nelle 24 ore, cioè 4,64% in meno nel prime time e 4,98% in meno sull’intera giornata rispetto a dieci anni fa. La tv ammiraglia di Mediaset ha perso ancora più ascolti: da una media di 17,06% in prima serata perde il 7%, e nelle 24 ore con il 16,93% perde il 6,61% rispetto al 2001. Ma anche Rai 2 perde il 4% in prime time e più del 5% nell’intera giornata, così come Italia 1 (-1% sulle 24 ore), Rai 3 (-1,01%), Rete 4 (-2,59%). L’emorragia di ascolti dei canali tradizionali del duopolio è compensata comunque nell’arco del 2011 dalla crescita dei nuovi canali digitali (da Boing a La5, da Rai 4 a Rai Sport), che determinano l’affermazione delle modalità di ascolto tv frammentate approdate con la tv digitale terrestre. Una tendenza che viaggia sulla media del 4% di share per i canali Mediaset e Rai, che pare però gradualmente affievolirsi dopo i dati d’ascolto dell’ultimo novembre.
Sembra comunque chiaro che il pubblico si sia stancato della tv mediocre e ripetitiva proposta in questi ultimi anni da Rai e Mediaset, e preferisca avvicinarsi alle offerte televisive del mancato terzo polo di La7, ai programmi più freschi e accattivanti di emittenti come Real Time o Cielo sul digitale terrestre, ma anche sul satellite di Sky (per chi se lo può permettere). E una parte di pubblico nuovo, forse più giovane, preferisce seguire l’esperimento multipiattaforma Servizio Pubblico di Santoro che in ogni caso riesce a sottrarre una fetta consistente di share alle tv nazionali generaliste.
Fonte : Il Messaggero
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