La procura di Milano ha deciso di archiviare l’indagine sull’Opas lanciata l’anno scorso da Ei Towers (controllata da Mediaset) su Rai Way, la società delle torri della tv pubblica.
La posizione dei cinque manager di Ei Towers perciò andrà archiviata, perchè, secondo il pm milanese Adriano Scudieri, non è stato commesso alcun reato, nonostante il valore del titolo di Rai Way sia stato alterato. Nelle 20 pagine di provvedimento il pm afferma che l’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Ei Towers il 24 febbraio del 2015 non ha avuto l’elemento soggettivo indispensabile per prospettare un reato. Anche se l’operazione in sè ha palesemente violato le regole.
L’Opas della controllata del Biscione, che puntava ad arricchire il più grande parco di torri di broadcasting tv d’Italia (sempre di proprietà di Mediaset), era infatti irrealizzabile: Ei Towers chiese il 66,7% della società pubblica, mentre Rai e governo avevano fissato il vincolo di partecipazione pubblica al 51%. E anche la Consob bloccò in maniera decisa l’offerta. Mentre l’Antitrust si affrettò ad aprire un’istruttoria per accertare l’eventuale creazione o rafforzamento di una posizione dominante nel mercato delle infrastrutture per la radiodiffusione televisiva o sonora.
Ma secondo lo studio Chiomenti, che ha condotto per Ei Towers l’operazione, alla data dell’offerta il mercato era informato in modo trasparente sulle condizioni della stessa Opas, anche se era chiaro non sarebbe mai andata a buon fine con quel tipo di offerta. Secondo la procura quindi il parere dell’advisor ha (stranamente) determinato che il limite sulla vendita imposto dal governo e dalla Rai non fosse vincolante da Ei Towers sul piano giuridico, inducendo la società a proseguire nell’offerta senza apportare modifiche, nonostante le critiche dell’opinione pubblica e lo stop della Consob.
Un semplice errore veniale quindi, l’ok all’Opas Rai Way, avvalorato dall’Antitrust e dal Cda Rai. Un errore che però ha generato una distorsione di mercato e ha avvantaggiato chi sapeva in anticipo.
Fonte: La Repubblica