Mediaset, il futuro di Premium passa per una telco francese

mediaset premiumMediaset e Vivendi non vogliono consolidare Premium. Si allungano i tempi della battaglia in tribunale. Occorre un alleato tlc come Telecom Italia o Iliad Free.

Su Mediaset Premium lo scontro è in atto ed è frontale. Almeno ufficialmente. Nel frattempo Mediaset e Vivendi si affrettano a cercare un nuovo accordo che però non sarà semplice da raggiungere. Per Vivendi i dati del piano industriale di Premium per il 2018-2020 non sono ritenuti realistici, per Mediaset e per l’azionista Fininvest le accuse del gruppo francese non stanno in piedi, anche perché il contratto vincolante è stato firmato lo scorso 8 aprile. Se si batterà la sola strada dei tribunali si rischia di non trovare una conclusione per anni.

Secondo MF affrontare la prima udienza del prossimo febbraio 2017 sarebbe già una sconfitta per entrambe le parti, che andrebbero a bloccare il progetto di risanamento di Premium e soprattutto non si definirebbe una strategia per le prossime importantissime aste per l’acquisto dei diritti tv di Serie A e Champions League. Il nodo da sciogliere nel tentativo di accordo è sempre il consolidamento della malandata pay-tv del Biscione (2 milioni di abbonati, nel solo primo trimestre di quest’anno ha perso 100 milioni, dopo gli 83 milioni di rosso del 2015). Per questo nessuno intende avere il 50% di Premium.

Una soluzione possibile è quella di trovare un terzo partner, un alleato strategico, possibilmente di natura industriale, per riuscire a realizzare quel progetto di polo televisivo e creativo (i contenuti editoriali) paneuropeo che era alla base dell’accordo siglato sull’asse Italia-Francia nell’aprile scorso. Altrimenti Premium può diventare un boccone facile per Sky Italia che diverrebbe l’unico player del mercato della pay-tv. L’altra opzione per rilanciare il matrimonio Vivendi-Premium è quella legata alla possibilità che il gruppo di Bolloré possa salire subito al 5% del Biscione.

In questi giorni si è ipotizzato l’ingresso dei cinesi di LeTv e di Phoenix. E dei gruppi USA Liberty Media e Discovery. Difficilmente sarà Telefonica, socio all’11% di Premium destinato a uscire di scena con il deal. Non sarà della partita neanche Orange, anche se nelle settimane scorse era circolata la voce sulla stampa transalpina di un possibile interesse della stessa Orange per Canal+, la tv a pagamento di Vivendi che ha appena varato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 300 milioni.

Secondo fonti francesi reperite da MF, potrebbe esserci un interessamento di Iliad Free, il gruppo telefonico di Xavier Niel che era arrivato a detenere una partecipazione potenziale in Telecom del 10%, vuole sbarcare sul mercato italiano diventando il quarto operatore del business del mobile, rilevando quegli asset infrastrutturali che Wind e H3G dovranno mettere in vendita dopo il matrimonio che si dovrebbe celebrare a breve. Iliad sta per siglare un accordo commerciale con Canal+ per la vendita di pacchetti televisivi ai clienti transalpini. Secondo MF l’asse Bolloré-Niel potrebbe svilupparsi anche in Italia in ottica Premium.

Si torna a parlare anche di Telecom Italia, controllata da Vivendi al 24,7%, come partner del deal tra i due contendenti, anche se l’ad Flavio Cattaneo ha più volte smentito un coinvolgimento in questa operazione di riassetto. L’ex monopolista di Stato delle tlc al momento vuole continuare a essere un hub di distribuzione di contenuti e per questo ha in essere un contratto con Sky anche se ora le due società sono ai ferri corti e il gruppo tlc ha depositato un atto di citazione al Tribunale di Milano. Ma che il futuro sia quello della convergenza lo dimostra anche l’accordo che oggi Telecom siglerà con Samsung per il lancio della nuova Tim Smart Tv che offrirà, gratis, per sei mesi il pacchetto Premium online.

Fonte: MF – Milano Finanza

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