Il 2012 segna il punto più basso della televisione italiana. Dopo il primo storico rosso di Mediaset, il più grande e dominante gruppo tv privato italiano, la recessione economica si riflette su tutto il mercato televisivo.
Secondo il rapporto ITMedia Consulting “Il mercato televisivo in Italia: 2012-2014“, in uscita martedì 4 dicembre, il comparto subisce una flessione del 5,2%, tra 2011 e il 2012, che in termini assoluti significa quasi 500 milioni. Pesano la grave crisi del settore pubblicitario, e per la prima volta un calo delle risorse pay, che hanno costituito il motore della crescita nell’ultimo decennio.
Completato il passaggio alla tv digitale terrestre, scrive il Corriere delle Comunicazioni, è stata inoltre raggiunta la saturazione dopo anni di forte crescita, inizierà a ridurre la propria penetrazione sui televisori principali, passando 73% del 2012, al 66% del 2014. Il satellite non arresterà, invece, il suo trend di crescita e passerà dal 25%, al 27% di penetrazione.
Ma a crescere maggiormente, secondo ITMedia Consulting, saranno le nuove piattaforme di broadband tv: grazie allo sviluppo della banda larga, a una maggiore qualità e varietà dei servizi offerti rispetto al passato, a prezzi più competitivi, aumenteranno la penetrazione nelle abitazioni tv passando dal 2% all’8% del totale nel 2014. In particolare saranno i servizi over the top, che prenderanno il posto dell’IPtv, il driver della crescita, favoriti anche dall’esplosione della banda larga mobile e dei servizi multiscreen, su schermi secondari.
La crisi della pubblicità, che ha caratterizzato il mercato nell’ultimo anno dopo un buon 2010 e un promettente inizio 2011, ha penalizzato soprattutto Mediaset e Rai, che, alla fine dell’anno in corso, fanno registrare una perdita in doppia cifra, superiore a quella dell’intero mercato. Tiene la pubblicità di Sky, grazie anche alle buone prestazioni sul digitale terrestre. Anche Telecom Italia registra buone performance della componente pubblicitaria dei propri ricavi, in virtù dell’andamento positivo di La7, che compensa ampiamente le perdite di Mtv.
La novità del 2012 riguarda soprattutto la pay-tv, che, per la prima volta, risente di un generale calo di abbonati e arpu, registrando una perdita dei ricavi. In termini di quote di mercato, i servizi a pagamento continuano, anche se più lentamente, la loro marcia di avvicinamento guadagnando un punto percentuale sulla pubblicità. Nonostante la situazione congiunturale sfavorevole, quest’ultima continua ad essere la risorsa primaria della televisione. Mediaset, Rai e Sky Italia si spartiscono il 93% del mercato complessivo, ma rispetto al passato secondo ITMedia Consulting, si registrano alcune novità importanti.
Sky si afferma come il principale attore, accrescendo il divario con Mediaset e Rai, maggiormente penalizzati dal calo degli investimenti in pubblicità. Al contempo si assiste ad un trasferimento delle risorse sugli altri operatori che crescono del 17% annuo tra il 2012 e il 2014.
E’ evidente, all’interno del mercato, un duplice trend: da un lato la crescita degli ascolti porterà un aumento dei ricavi sul digitale terrestre, di cui beneficeranno in particolare i fornitori di contenuti indipendenti; dall’altro, lo sviluppo del broadband permetterà l’aumento delle offerte di servizi lineari e soprattutto non lineari di tipo over the top anche da parte di nuovi entranti.
Fonte: corrierecomunicazioni.it