Internet: il 53% degli italiani usa il Web, quasi sempre per informarsi

ROMA – Internet in Italia è usato dal 53% della popolazione di cui circa la metà tra i 14 e i 29 anni e fra le attività principali in rete c’é la ricerca di notizie. Infatti la lettura di giornali online e di news ha raggiunto nel 2009 il 47% fra le attività più frequenti. E’ uno dei dati del rapporto Mapping Digital Media: Italy, realizzato da Open Society Foundations, centro studi fondato di George Soros, presentato oggi durante Eurovisioni Festival internazionale di cinema e televisione in corso a Roma.

La ricerca curata da Gianpietro Mazzoleni, Giulio Vigevani e Sergio Splendore è un’analisi a tutto campo del sistema di media in Italia con una particolare attenzione all’impatto del digitale, sulle opportunità e sui rischi dell’avvento del dtt, e tra le delusioni che i ricercatori constatano c’è il fatto che il digitale non abbia aiutato a superare il duopolio nel mercato radiotelevisivo. Per la televisione infatti, che rimane il più diffuso mezzo di comunicazione e di informazione per le famiglie italiane, nel 2010 l’audience a livello nazionale se la sono spartita principalmente Rai e Mediaset rispettivamente con il 41,4% e il 39,4% mentre gli altri soggetti La7 compresa hanno registrato circa il 10%.

Il digitale «non ha risolto i problemi ed è coinciso con la crisi delle tv locali» ha detto Mazzoleni, che da sempre svolgono un ruolo importante per la salvaguardia della libertà d’informazione. Comunque il consumo della tv digitale è cresciuto visti anche gli switch-off del 48%, mentre continua la crisi della carta stampata, i lettori tra il 2009 e il 2010 sono scesi del 7%. L’Italia, secondo lo studio, è invece al secondo posto dopo la Polonia per lo sviluppo della rete mobile a banda larga.

Le vendite di smartphone nel 2009 sono arrivate a circa 12 milioni, di cui circa quattro milioni utilizzati per accedere a internet regolarmente. I dieci siti web più visitati in Italia vedono in testa Google.it, Facebook, Google.com e Youtube, ma sono ben piazzati siti di informazione come La Repubblica (ottavo), e il Corriere della Sera (decimo). La ricerca si sofferma anche sulle mobilitazioni attraverso il web di cui il caso del blog di Beppe Grillo è l’esempio più eclatante, ma tra gli esempi ci sono anche siti come Popolo Viola e il movimento antimafia Ammazzateci tutti.

Parlando delle difficoltà a superare il duopolio e dei rischi per l’informazione in Italia, Roberto Natale, presidente della Fnsi ha spiegato che tra gli obiettivi dei prossimi mesi a livello europeo con un coordinamento di soggetti compresa la Fnsi stiamo parlando del lancio di una citizen iniziative, una petizione popolare a favore della libertà di informazione, che come garantisce il Trattato di Lisbona, se riuscisse a raggiungere un milione di firme in un quarto dei paesi europei, vincola la Commissione Europea ad affrontare i temi della petizione.

La relazione di Open Society Foundations invita la società civile, le ONG e le organizzazioni internazionali a sollecitare una riforma della normativa sul conflitto di interessi italiano, tra i ruoli politico e istituzionale da un lato e quella delle proprietà dei media dall’altro. Lo studio invita anche a monitorare l’ultima fase di transizione verso il digitale, a sorvegliare l’assegnazione finale delle frequenze dello spettro elettormagnetico per la tv digitale, e invita quindi a tenere alta la guardia sullo stato del pluralismo dei media, al fine di verificare che il Parlamento e le azioni del governo di non privilegino, come al solito, l’esistente duopolio Rai-Mediaset e favoriscano le imprese vicine al premier.

Documento integrale: Mapping Digital Media: Italy

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