Ei Towers, al via l’Opa di Mediaset e F2i sulle torri

ripetitore tv frequenze

F2i e Mediaset hanno inviato l’Offerta Pubblica di Acquisto totalitaria (Opa) per Ei Towers, la società delle infrastrutture di trasmissione tv e tlc del Biscione. Parte il risiko delle torri.

L’Opa di acquisto di Ei Towers si chiuderà il 5 ottobre e di fatto rappresenterà il primo passo di un risiko delle torri che è atteso già a partire dal 2019. Il corrispet­tivo è di 57 euro per azione, un prezzo che al momento del lancio incorporava un premio del 15,6% rispetto alla quota­zione in borsa per una valuta­zione totale di 1,6 miliardi. Da allora, però, il corso del titolo si è praticamente allineato con quello dell’offerta e ieri si è ovviamente mantenuto sta­bile a 56,70 euro.

La strategia alla base dell’operazione è di far cre­scere Ei Towers dando il via a un periodo di consolidamento soprattutto nelle torri tv. La soglia perché l’Opa sia valida è del 90% del capitale, ma F2i potrebbe decidere di acconten­tarsi anche di una quota in­feriore. Le azioni andranno al veicolo 2i Towers in cui, alme­no all’inizio, il fondo guidato da Renato Ravanelli avrà il 60% e Mediaset manterrà un 40% pari alla quota che oggi ha in Ei Towers. Ravanelli ha però spiegato in un’intervi­sta che il gruppo di Cologno Monzese dovrebbe diluirsi successivamente, magari in occasione di aumenti di capi­tale relativi a fusioni o acqui­sizioni.

L’effetto immediato dell’Opa sarà il delisting della società, un modo per prepararla alle operazioni successive, in Italia e all’estero. In particolare in Italia la parte più consi­stente del business riguarda le torri televisive ed è ormai diverso tempo che si ripete che passare a un’unica società del­le torri televisive sarebbe una mossa razionale mentre non è efficiente mantenere due reti, l’una il duplicato dell’altra.

Per questo il primo obiettivo dovrebbe essere Rai Way, che già Mediaset aveva messo nel mirino nel 2015, tirandosi poi indietro perché il governo Renzi aveva fatto valere il de­creto varato in occasione della quotazione secondo il quale la società doveva restare per il 51% in mano pubblica. Con il progressivo disimpe­gno di Mediaset, che si concen­trerà sul proprio core business e nel frattempo metterà in cascina una plusvalenza da 400-500 milioni, e con l’impe­gno di F2i, quindi della Cassa depositi e prestiti, il quadro dovrebbe ricomporsi a favore dell’integrazione fra Ei Towers e Raiway.

Questo anche in vi­sta del grande impegno che interesserà nei prossimi anni i broadcaster italiani, ovvero il passaggio della banda 700 Mhz alle tlc che dovrebbe concludersi nel 2022 e che comporterà una riorganizzazione della banda restante in mano alle tv oltre che il passaggio al digitale ter­restre di nuova generazione. Rifare il tutto per due, come ora, sarebbe alquanto ineffi­ciente. Tanto più che il reale asset in mano alle tv sono le frequenze, non le torri di tra­smissione. Ma F2i pensa a un futuro anche nelle tlc per Ei Towers, al contrario di quanto era sembrato all’inizio, quando si pensava che la società avrebbe valorizzando le sue mille torri tlc vendendole.

L’ad di F2i ha fatto intendere che anche su questo fronte 2i Towers gio­cherà la propria partita ma­gari mettendo nel mirino le torri di Inwit, società infrastrutturale focalizzata sulle torri tlc controllata da Telecom. Per questo gli analisti pun­tano i fari sulle altre società delle torri. «Questi spunti ci fanno ritenere che Ei Towers avrà una strategia molto più acquisitiva che in passato», hanno scritto gli analisti di Equita Sim, «non solo limitata a Rai Way e all’Italia. Vediamo salire la competizione per i portafo­gli delle torri Telecom, dove in precedenza Ei Towers era un bidder meno credibile, in particolare in Italia, ma anche all’estero. Speculativamente, lo scenario potrebbe, quindi, avvantaggiare Inwit, in quan­to possibile target, e svantag­giare Cellnex (la società delle torri tlc spagnola controllata al 39,9% da Edizione Holding dei Benetton)».

Fonti: ItaliaOggi | MF – Milano Finanza

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