Torri Tv, Mediaset e F2i lanciano l’opa su Ei Towers

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Mediaset e il fondo infrastrutturale F2i vogliono ricomprare il 60% del capitale sul mercato di Ei Towers, l’operatore delle torri tv.

Mediaset e il fondo F2i si alleano per lanciare un’opa su Ei Towers, la socie­tà delle torri di trasmissione che è già controllata al 40% dal gruppo del Biscione. Con l’operazione le due società intendono acquisire il 60% di Ei Towers sul mercato e re­vocare la quotazione a Piazza Affari.

Per questo creeranno una newco con cui effettuare l’acquisizione, in cui Mediaset attraverso Elettronica Industriale avrà ugualmente il 40% del capitale e F2i il restante 60%. L’operazio­ne non era stata ufficializzata, ma il suo valore dovrebbe essere superiore agli 800 milioni di euro più sovrapprezzo sul cor­so delle azioni, considerata la capitalizzazione di Ei Towers pari a 1,37 miliardi.

Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca sono gli istituti coinvolti, in qualità di advisor nell’operazione. L’attività di Ei Towers si articola nella gestione di un parco di circa 3.300 infrastrutture, di cui 2.300 torri broadcasting e oltre 1000 torri per telefonia mobile, distribuite sul territorio italiano dedicate all’ospitalità di impianti di trasmissione ed antenne di diffusione del segnale nelle quali ospita e gestisce più di 10.000 impianti dei propri clienti. Dispone, inoltre, di una dorsale in fibra ottica che si sviluppa su un percorso di oltre 6.000 chilometri e di una infrastruttura satellitare basata su due piattaforme.

I conti della società guida­ta da Guido Barbieri sono molto buoni per Mediaset e gli investitori: lo scorso anno, a fronte di ricavi consolidati per 262,9 milioni, l’utile è stato di 54,4 milioni. Una marginali­tà molto alta (20,7%) che ha consentito la distribuzione di un utile di 2 euro per azione.

Ciò non toglie che il business delle torri tv è del tutto partico­lare nell’assetto attuale e futuro del mercato ed è per questo che più volte Mediaset ha ribadito la razio­nalità di avere un operatore unico anche dopo il fallimento dell’opas su Rai Way nel 2015.

Il consolidamento è un tema nell’agen­da dei maggiori pla­yer europei. Questa è una delle prime importanti mosse sulle società delle torri italiane, ma si trat­ta sicuramente solo un primo passaggio. Quale sia l’obiettivo finale ufficialmente ancora non si sa, ma l’ipotesi di mercato è di un successivo intervento di Edizione dei Benetton che la scorsa settimana at­traverso la controllata ConnecT ha completa­to l’acquisizione dalla spagnola Abertis del 29,9% di Cellnex, l’operatore attivo in Europa, Italia compresa , sulle torri di trasmissio­ne per tlc. Edizione ha come obiettivo fax crescere ancora Cellnex in Europa, anche se potrebbe essere interessata soltanto alla parte delle torri di telefonia di Ei Towers.

Quest’ultima attualmente ricava il 20% da questo settore, avendo il business maggiore nel broadcasting televisivo, ma di recente ha fatto diverse acquisizioni di piccole realtà soprattutto a livello regionale. Nel caso che il matrimonio con Cellnex fosse solo sulla parte telefonica, il passo successivo potrebbe essere un qualche accordo con la Rai.

Non bisogna dimenticare, infatti, chi è F2i: ovvero Cassa depositi e prestiti (con Intesa e Unicredit ha la maggiore partecipazione). Soprattutto F2i era alleata del servizio pubblico nell’offerta su Persidera, operatore di rete di Telecom, non andata in porto. Allora il quadro potrebbe completarsi nella direzione di un consolidamento con al centro la Rai e anzi la stessa operazione Persidera potrebbe sbloccarsi. Il quadro, insomma , potrebbe essere complesso, con un’unica certezza: Ei Towers nella configurazione attuale non va bene per il futuro.

In­tanto basti vedere cosa accadrà di qui al 2022, quando parte della banda televisiva sarà de­stinata alle tlc e le televisioni si troveranno con circa metà del­le frequenze a disposizione. Di per sé questo potrebbe non essere un problema enor­me: Ei Towers non ha in pancia frequenze (le ha Elettroni­ca Industriale, l’operatore di rete Mediaset che la control­la), ed è vero che si ridurran­no i ripetitori , asset fisici, ma è anche vero che lo spazio da gestire pur ridotto sarà più pregiato perché conterrà più capacità trasmissiva, ovvero più canali.

È anche vero, però, che Ei Towers è oggi così pro­fittevole perché praticamente ha in mano le chiavi del digi­tale terrestre in Italia: tutti o quasi gli operatori (tranne la Rai), si avvalgono dei suoi servizi, ma fra 10/15 anni il digitale terrestre come piattaforma distributiva potrebbe perdere il valore attuale.

Fonti: ItaliaOggi | lastampa.it

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