Asta Frequenze Tv e passaggio DVB-T2, Agcom notifica le criticità al governo

 
frequenze tv multiplex digitale terrestre

Agcom al governo: per il passaggio al DVB-T2 e la liberazione della banda 700 MHz servono meno frequenze alle tv locali. Da chiarire il concetto di capacità trasmissiva ed è necessaria una cabina di regia per la transizione.

Lo scorso 28 giugno l’Agcom ha approvato il Piano Nazionale per le Frequenze del digitale terrestre che riorganizzerà lo spettro dal 2020 al 2022 in vista liberazione della banda 700 MHz  in favore del 5G. Permangono però delle gravi criticità sul riassetto delle frequenze dei canali tv che prevede l’introduzione nel nuovo standard DVB-T2.

Secondo l’Authority sono due le criticità principali segnalate al governo. La riserva minima di frequenze prevista dalla legge per le emittenti locali (1/3 dello spettro), come già era stato anticipato dal commissario Antonio Nicita. E il modo con cui si passerà dai diritti d’uso delle frequenze attuali a quelli futuri di capacità trasmissiva, considerando che ci sarà circa la metà delle frequenze a disposizione per gli operatori di rete tv. Resteranno a disposizione delle tv solo 15 Mux, di cui uno in banda III VHF.

Il processo è stato avviato con la Legge di Bilancio 2018, ma proprio a livello normativo servirebbero delle modifiche e in­tegrazioni. Nel documento pubblicato sul sito dell’Agcom si legge come sul punto delle risorse frequenziali e della capa­cità trasmissiva, da destinare alle tv locali rispetto a quelle nazionali, «l’Autorità auspica una revisione della normativa attuale che tenga conto del nuovo contesto e delle prospettive di mercato e del cambiamento richiesto dalla transizione, anche alla luce di quanto emerso dalle analisi dell’Autorità». In altre parole, se in passato la riserva di un terzo delle frequenze per le emittenti locali aveva una sua ragione d’essere, oggi con la diminuzione degli spazi e con l’assetto del mercato completamente cambiato potrebbe non essere più così.

Sulla questione si era fatta già sentire l’associazione delle tv locali Aeranti-Corallo, secondo cui «la riserva di un terzo della capacità trasmissiva, prevista dalla legge, è posta a garanzia del pluralismo e della concorrenza e, che, come tale deve essere mantenuta». Ma con l’attuale legge sarebbero assegnate solo 10 frequenze alle tv nazionali e 5 a quelle locali.

digitale terrestre dvb-t2

La seconda criticità riguarda il passaggio dai diritti d’uso delle frequenze attuali a quelli futuri. Con la cessione di parte delle frequenze, per continuare ad avere lo stesso numero di canali o quasi, la Legge di Bilancio ha previsto il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) che per ciascuna frequenza permette maggiore capacità trasmissiva. I diritti d’uso di frequenze attuali sarebbero così trasformati in diritti d’uso di capacità trasmissiva equivalente ai fini dell’attribuzione dei diritti d’uso frequenziali in DVB-T2 e in HEVC. Un doppio passaggio. Ma questo significa che chi oggi ha un Multiplex potrebbe domani averne mezzo e si dovrebbe accordare con un altro soggetto per utilizzare la frequenza, costi e infrastrutture. Un sistema basato sulla volontarietà tra gli operatori di retema di difficile attuazione senza una guida normativa. La difficoltà di attuazione di questi accordi su base volontaria potrebbe far slittare i tempi della transizione o addirittura bloccarla.

L’Agcom infine notifica: «la necessità di mettere in campo tutte le energie e le risorse (non solo economiche ma anche informative e di sensibilizzazione), ma soprattutto stabilire una cabina di regia che consenta di realizzare pienamente la transizione dell’offerta e della domanda, con una revisione delle tempistiche oggi previste e in ogni caso coerente con l’obiettivo di completare il nuovo sistema radiotelevisivo digitale terrestre al 2022. Altri Paesi, partiti in anticipo nel percorso di liberazione e transizione (vedi in particolare la Francia) mostrano come il coinvolgimento dei diversi attori e una cabina di regia siano stati necessari al raggiungimento dell’obiettivo. L’Autorità si dichiara disponibile, nell’ambito del Tavolo di coordinamento con il MiSE o in altre forme di cooperazione individuate dal Governo, a fornire il proprio contributo al fine di favorire la piena attuazione del percorso di trasformazione del sistema radiotelevisivo e il trasferimento delle frequenze nella banda 700 MHz agli operatori radiomobili nel periodo di transizione fino al 2022».

Fonte: ItaliaOggi | agcom.it

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