Agcom approva il Piano Frequenze (PNAF). Rimangono criticità

asta frequenze tv 700 mhz 5g

L’Agcom ha approvato il nuovo Piano Nazionale delle Frequenze per il digitale terrestre (PNAF 2018), che però non risolve alcune criticità del sistema in vista della liberazione della banda 700 MHz per la rete mo­bile ultra veloce del 5G.

Il riordino delle frequenze serve infatti per assegnarle agli operatori della re­te mobile attraverdo un’asta che può portare 2,5 miliardi di euro allo Stato, a settembre, come pre­visto dalla scorsa Legge di Bilan­cio. Oltre alla banda 700 MHz (la porzione di spettro 694-790 MHz), l’asta si baserà sulle altre due bande: 3.400-3.800 MHz e 24,5-27,5 GHz. Per le frequenze usate ora dalle tv il piano stabili­to ieri dall’Autorità garante per le comuni­cazioni prevede 15 nuove frequenze (MUX) digi­tali terrestri in tecnologia DVB-T2, così riparti­te: dieci reti nazionali in banda UHF, quattro reti locali in banda UHF e una rete su base regionale in banda III VHF destinata, se­condo la normativa vigente, alla trasmissione di programmi tele­visivi in ambito locale e di pro­grammi di servizio pubblico con­tenenti l’informazione a livello regionale.

L’Agcom ha poi segnalato alcune criticità sull’attuazione della Legge di Bilancio, su cui è stata inviata una segnalazione al Governo. Sulla banda 700, che deve passare dai broadcaster tv alle telco, c’è già stata la levata di scudi di Mediaset, Prima Tv (forse) e La7 che hanno fatto ricorso al Tar contro la cessione delle loro frequenze (seppure a fron­te di un risarcimento), previsto dalla delibera Agcom di maggio. . In questo momento esistono 20 multiplex nazionali. E il taglio imposto delle risorse frequenziali ha scatenato la contestazione.

L’Agcom ha segna­lato inoltre al Governo un altro problema: il fatto che nell’attuale piano sia stata costretta, dalla Legge di Bi­lancio, a riservare un terzo dello spettro alle emittenti locali. Un vincolo normativo che secondo Agcom non risponde a un effetti­vo fabbisogno e può inficiare un’allocazione efficiente dello spettro nel nuovo contesto di refarming. L’Autorità ha chiesto co­sì un intervento legislativo per correggere questo aspetto; di qui potrà quindi rivedere il pro­prio piano frequenze in senso mi­gliorativo.

Fonti: La Repubblica | Il Sole 24 Ore

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