Nel giorno dell’annuncio del boicottaggio di Angelino Alfano (Pdl) al vertice di Palazzo Chigi con Monti, Bersani e Casini sui temi della giustizia, della Rai e del beauty contest del digitale terrestre, ci pensa Fedele Confalonieri, in missione a Montecitorio per conto di B., a sistemare (forse) le faccende televisive di Cologno. Il presidente di Mediaset, nell’intento di portare acqua, anzi le frequenze tv, al suo mulino, nel corso di un’audizione presso la commissione Bilancio della Camera, ha ribadito con un appello “accorato” alla necessità di “regole certe” perché con la procedura del concorso di bellezza sospesa le aziende non possono andare avanti.
Il presidente di Mediaset, parlando della procedura di assegnazione del dividendo digitale bloccata per 90 giorni dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, ha spiegato: «Sono passati 11 anni e ancora siamo con il beauty contest, la procedura di assegnazione delle frequenze in grado di chiudere la procedura europea, sospesa». «Non è con queste incertezze– ha aggiunto Confalonieri – che le aziende possono andare avanti e non è con la demagogia che potremo continuare a svolgere il ruolo che abbiamo svolto nella società, nell’economia, nell’informazione e nella produzione di contenuti originali».
Quello che Confalonieri chiede è che il «level playing field sia omogeneo, che non cambino tutto ad un tratto le condizioni». Il presidente di Mediaset ha ribadito che nel beauty contest per la sua azienda non c’è stato “nessun regalo”. «A noi – ha detto – non ha mai regalato niente nessuno. Noi abbiamo restituito un multiplex, Rete 4, per fare il dividendo digitale. Ma dire che si è regalato qualcosa a Berlusconi ha sempre appeal». A differenza di quello che è accaduto per le società di tlc che hanno versato 4 miliardi per l’assegnazione delle frequenze Lte, «perchè per le telecom una volta comprata la frequenza il business è fatto», gli operatori tv dovranno poi «riempire di contenuti» quelle frequenze. «Ora – ha concluso Confalonieri – vediamo cosa succede».
Di tutt’altro parere è invece il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta: «Ci auguriamo che il Governo proceda senza tentennamenti sull’asta per le frequenze radiotelevisive, dopo aver giustamente sospeso la procedura del beauty contest che non garantiva la valorizzazione di un rilevante patrimonio pubblico stimato in diversi miliardi di euro». Meta, commentando le indiscrezioni sulla rinuncia del segretario Pdl Alfano a partecipare all’incontro del Premier Monti con gli altri leader di partito perchè si sarebbe parlato anche di frequenze tv, ha dichiarato che: «Sarebbe davvero incomprensibile, dopo aver chiesto uno sforzo a milioni di italiani per il risanamento delle casse statali se fossero regalate nuove frequenze televisive digitali che andrebbero invece valorizzate con asta pubblica così come è avvenuto con quelle di telecomunicazione. In questo modo si potrebbero ottenere risorse da investire in tanti settori come ad esempio – conclude Meta – lo sviluppo della banda larga e delle reti di nuova generazione per le telecomunicazioni».
Fonti: Asca | TMNews
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